venerdì 7 novembre 2008

Lo specchio della città
Le parole pronunciate dall'arch. Renzo Piano in occasione dell'inaugurazione di Potzdammer Platz, rifatta dopo la caduta del muro di Berlino, mi hanno senpre intrigato. Città e cittadini specchio l'una degli altri, città come emozione, come orgoglio di appartenenza. Quali sono i luoghi di Arzignano specchio degli arzignanesi? Oggi più che mai la piazza, io penso. Dal Grifo alla stazione ci ritroviamo una nuova latitudine non solo architettonica ma anche di emozioni. E' cambiato il passeggiare ozioso, il trattenersi all'aperto all'ora dello spritz, l'entrare e l'uscire dalla biblioteca/piazza. E ancora il girovagare di biciclettine a tre ruote in Campo Marzio , prima inesistenti, il meticciamento di stranieri e italiani. Le notti estive....

19 commenti:

  1. per te che ami la poesia, questi versi di Kavafis

    Casa e dintorni: i caffè, il quartiere
    Anno per anno giro là, li vedo

    Ne sono io il Demiurgo:
    Tra gioia e pena
    Ho creato quei casi, quegli oggetti

    E per me tutto questo è diventato
    Anima

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  2. un posto che rispecchia gli arzignanesi? mmm, direi che la gioventù si rispecchia benissimo nel Sottoscala: piccolo, rumoroso, pieno di gente tirata a lucido, e senza vie di fuga facilmente praticabili. la piazza forse non è ancora vissuta al massimo...ci vorrebbe una buona pista ciclabile per raggiungerla, e cmq mi piaceva trovare al sabato pomeriggio i gruppi musicali a suonare davanti al dersut. magari con un po' di reclan in +...

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  3. Fin dall'antica Grecia la piazza è stata il centro della vita culturale e sociale d'una città, d'una comunità.
    In questo ultimo periodo noi arzignanesi abbiamo riscoperto la nostra piazza, abbiamo visto crescere ancora di più il nostro senso di comunità, la nostra voglia di stare assieme.
    Il ragazzo e l'anziano che il pomeriggio "vanno a farsi un giro in piazza" sono ambedue mossi dalle stesse emozioni, dalla voglia di vivere una piazza di cui si è fieri a essere partecipi.

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  4. Gli spazi di una città creano ragioni d'incontro. Per questo essi devono interpretare bisogni inespressi, creare corto circuiti positivi. Un sogno: la piazza sempre più precettata dai giovani perché torni ad essere cuore pulsante di una "città sociale". Forse qualcosa si muove...

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  5. a questo punto è doveroso chiamare in causa Christian Norberg Schulz e comprendere quale sia attualmente il "genius loci" ovvero lo spirito del luogo di Arzignano. L'architettura negli ultimi 30 anni cerca quella simbiosi tra cittadino come individuo inserito nell'ambiente e identificato nello stesso e gli elementi e le caratteristiche strutturali dei luoghi in cui vive..un percorso caratteristico e unico in cui un arzignanese (nel nostro caso) senta di essere a casa solo qui e trovi pieno riconoscimento in sè e nei suoi cittadini. Per molti studiosi gli esempi tipici del genius loci sono i piccoli paesi della Toscana,dell'Umbria che utilizzano anche materiali della propria area per segnalare una precisa carta di identità...Arzignano,secondo me,sta prendendo parte piano piano a questo fenomeno,certo,adattandosi ai tempi ma partendo sempre dall'"agorà",dallo spazio aperto della piazza dove politica,mercato e tempo libero trovano unione. Personalmente cito il Castello,costruito in pietra nera locale,abbigliato di una storia tipicamente veneta e senza il quale non si è sicuramente arzignanesi,io per prima.

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  6. provocazione:
    .... la città non è fatta solo di piazza ... ok partiamo pure dalla piazza, ma la città è formata soprattutto da edifici, case, fronti, attività e soprattutto strade, percorsi a misura d'uomo che creano incontri e occasioni per stare insieme. La piazza da sola è come un bel salotto che però è irraggiungibile!
    Dove sono i luoghi di incontro di Arzignano???

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  7. P.mo signor Sindaco la piazza va bene così, è un giusto compromesso fra varie richieste (posteggi, viabilità, etc); non sarà bellissima ma mi pare che funzioni.
    Io sento la necessità di doverci passare almeno due volte al giorno per vedere chi c'è e, soprattutto, chi non c'è.
    Tutto però è migliorabile. Non sono un architetto ma c'è uno scompenso fra la parte che ha la fontana e il pezzo precedente, per intenderci quello vicino la biblioteca. Proprio nella piazzetta antistante la biblioteca manca qualche cosa. Dato che è un quadrilatero chiuso su due lati nell'angolo più esterno, cioè quello in basso a destra metterei una scultura.
    Metterei in vericale una bella pinza realizzata in bronzo alta due metri. Una pinza gigantesca, rivolta al cielo, esatta copia di quelle che si usano per inchiodare le pelli in conceria.
    Resto a disposizione dell'artista che vorrà realizzarla.
    Vincenzo Raimondi

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  8. mi piace andare a correre tra le colline, verso conche e poi su per via cavallaro.da lassù ci sono scorci sulla città e sulla valle tutta che non mi stanco mai di ripetere tra me e me quanto sono belli ed emozionanti.eppure quell'emozione si interrompe sempre su quella zona grigia fatta dai capannoni in cui però (e non posso evitare di pensarlo) scorre la nostra identità ultima, quella che ha fatto ciò che siamo e che determinerà ciò che saremo.la piazza per me rappresenta, in questo specifico senso, proprio lo specchio in cui arzigano si guarda e si rende consapevole del suo cambiare, ma è più l'effetto, se posso dirla cosi, non la causa dell'identità che è invece altrove, in quella zona grigia

    piergiorgio

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  9. luogo specchio di Arzignano????bè direi proprio la biblioteca che serve molto!!!!

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  10. Bisogna ammettere che adesso Arzignano ha un bel centro ordinato, direi quasi "svizzero", e pulito (ed è un vero peccato che ogni martedì venga rovinato dal mercato...Sindaco, non sarebbe ora di spostarlo al di là della passerella?).
    Però, come diceva l'Anonimo sopra, mancano luoghi di aggregazione per i giovani, o meglio, un paio di baretti ci sono, ma o per un motivo o per l'altro (bar etichettati "da fighetti" o "per adolescenti") gli arzignanesi tendono a prendere la macchina e a fuggire...e visto che quast'anno si pone pesantemente il problema dell'alcoltest per tutti, giovani e non, non sarebbe bello incentivare qualcuno ad aprire una bella pizzeria o un ristorantino o, perchè no, un'enoteca per far suonare della musica dal vivo?!
    Magari qualcuno un po' più vecchio si ricorda quanta gente si radunava ad Arzignano il sabato sera sotto i portici in piazza...
    Per la statua a forma di pinza proposta dal prof. Raimondi l'idea non è male...un po' come l'ago e filo in piazza Cadorna a Milano...presumo che troverà dei finanziatori!!

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  11. salve sig.sindaco:la piazza anche secondo me è ciò che piu rispecchia gli arzignanesi,dati i luoghi di incontro e cio che si sviluppa in essi...
    ovviamente,come qualcuno ha gia detto ,tutto è migliorabile,e io sono pienamente d'accordo e per questo volevo dire la mia:fra il municipio e la fine dei portici non si trova un trattoria/pizzeria che possa ristorare chi vorrebbe passare la serata alla luce dei lampioni ( UFO ) che avete costruito...
    poi aggiungerei anche di ridipingere di bianco i muri degli edifci che circondano la fontana...e lasciare libero sfogo all'arte underground dei graffiti metropolitani...ma non quelli illegalizzati e volgari,ma quelli artistici e legali,con ovviamente il permesso del comune.
    firmato la tua progene(gnarolamen)

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  12. "Breve cronaca di una passeggiata con il cane"
    Avere una cane, che non sia di peluche, porta a degli adempimenti quotidiani che potrebbero sembrare noiosi e ripetitivi. In effetti lo sono, ma si può giocare ad invertire i ruoli pensando che sia il cane a portarti fuori, a spronare la tua pigrizia e a scollarti dal divano.
    Scendendo quindi le scale e dovendo scegliere un percorso non privo di adeguati spazi verdi, si innesca un processo di analisi topografica del centro, per individuare il tragitto sufficientemente lungo, bello alla vista, non privo di punti di "sosta" e soprattutto pedonale.
    Mi trovo quindi ogni sera, anche senza volerlo, a meditare sui repentini cambiamenti morfologici che sta vivendo Arzignano.
    Facciamo l'esempio di ieri:
    Partenza da Piazza Marconi, tre cantieri aperti in una sola piazza, può essere un buon segno.
    Mi dirigo verso corso Matteotti svoltando accanto al palazzo dalla doppia personalità, colori tenui per i momenti più intimi, colori accesi per le serate con gli amici.
    Avanti poi per il corso Matteotti dove i 937 negozi di Caneva cadenzano il ritmo dello shopping (rimpiangiamo tutti il fornaio ed il ristorante).
    Se alla sinistra severo ed imponente il palazzo dei Lanierini declama l'eclettismo del novecento di fronte troviamo il cantiere ex Casarin in fervida attività. Qui il ricordo dei rotoli di tessuto ben riposti nelle scaffalature di legno scuro si imbatte nei nuovi paramenti murari di cemento armato... staremo a vedere cosa succede quando non è Frigo che progetta.
    Avanti ancora e alla sx il nostro gallerista non si perde d'animo, crede nell'arzignano colta dei tinelli con nature morte e/o immagini sacre. Ad onor del vero si vede anche qualche cosa di più contemporaneo, per i giovani s'intende, che arredano volentieri i nuovi attici con stranezze e colori accesi.
    Sarto sulla desta, una rarità, poi nuovi negozi di intraprendeti commercianti che sfidano la crisi.
    Ad un certo punto il bar da Germano, un tempo la sosta per prendere sigarette senza dare nell'occhio.
    Le case si fanno più umili allontanadosi dalla piazza, tranne i neoclassicismi di ex senatori che riportano all'ordine.
    Guardo dentro ai cancelli in ferro battuto e si scorgono piacevoli ed ameni scorci, non so..., son de Ciampo.
    Ad un certo punto, in nuova ristrutturazione, intravedo un passaggio pedonale recente che mi porta verso la roggia.
    Cara roggia, cloaca del bel tempo conciario, generosa pulitrice delle monnezze cittadine, ora che la troviamo pulita sembra quasi imbarazzata, timida, come ad un appuntamento con il vestito sbagliato.
    C'è una via, via Roggia, che la costeggia per un poco, prima che essa si inabissi, nascosta come il figlio menomato della famiglia benpensante.
    Poi riprendo corso Matteotti in senso opposto, voglio vedere come sta procedendo la riqualificazione della grande area industriale dismessa da cui si accede per via Mastrotto.
    Un bell'edificio in mattoni a vista, segno che qualche architetto ha studiato sui libri e se ne ricorda ancora, è solo una pia illusione, perchè subito dopo il tripudio post rinascimental-modernism-vernacolar-tettdelegn la fa da padrone. E' bello però notare che ci sono delle convergenze di questo nuovo stile che sono trasversali tra i diversi studi tecnici: basamento in pietra o simil pietra effetto bugnato; archi e colonne random; cornicioni aggettanti in calcestruzzo modanato, tutti sapientemente interrotti in corrispondenza delle terrazze degli attici con rigoroso tetto in legno e capriate a volontà. Si va dai colori shocking della scuola frighiana ai toni aranciati-giallati della maison facchiniana.
    Qualcosa di buono c'è: tutti con garanzia di risparmio energetico casa clima certificati B plus extra. In effetti gli stessi colori possono sortire effetti catarifrangenti e corroboranti.
    Proseguo, mi infilo tra la "ristrutturazione" detta dei Broli, una bella piazzetta-corte si apre all'interno, ottima location per un concertino jazz, speriamo che il nuovo caffè appena aperto ne sfrutti le potenzialità.
    Usciti dalla corte sembra che la prosecuzione verso il campo marzio fosse voluta, ma anche no. Infatti l'uscita è quasi in asse con l'ingresso al parco giochi, quasi.
    Di notte non ci sono bambini e io di giorno non la frequento, ma mi è capitato di gioire della mescolanza di razze e di bambini. Io amo la mescolanza, gli incroci, le diversità dialoganti.
    Led azzurri ci segnalano che lì sotto passa la roggia.... misteriosa e ormai inacessibile.
    Alla fontana hanno moderato l'altezza degli sbruffi ma siamo ormai in procinto del riposo invernale.
    I bar si sono attrezzati, prima con pochi tavoli rimediati alla meno peggio, poi molti tavoli, poi tavoli e divanetti, paretine vetrate per proteggere dalle brezze e vasi di siepi. I passeggianti gradiscono questa accoglienza sfruttando i posti a sedere anche quando i locali chiudono.
    Riflessione: non siamo a Basilea, non sarà Arzignano un laboratorio della nuova architettura, ma molto è cambiata, nuovi percorsi pedonali incrociano la città e le auto sono state allontanate dagli spazi di relazione. Un bel passo avanti.
    Per gli scettici e gli scontenti c'è sempre second life e le visioni palladiane degli assessori provinciali.
    Damiano

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  13. Da quando, per la prima volta, ho visto la Nuova Piazza e mi sono ritrovata a “camminarci dentro”, mi sono sentita orgogliosa di essere stata una cittadina di Arzignano e un po’ dispiaciuta di non appartenere più a questa comunità.
    Tuttavia ho provato un po’ di amarezza nel sentire troppe volte commenti negativi sulla scelta di rinnovare il centro, in primis parole quali “…tanto sappiamo per chi è stata fatta…” (la piazza), con ovvii riferimenti alle persone straniere che vivono ad Arzignano. Per non parlare poi delle migliaia di lamenti di coloro che sono stati privati “del parcheggio”, abituati com’erano ad entrare nei 937 negozi di Caneva (per citare Damiano) direttamente con il SUV.
    Alla luce di queste opinioni, parlare di orgoglio di appartenenza è ancora un po’ azzardato; piuttosto la si potrebbe definire “inconsapevolezza di appartenenza”: inconsapevolezza di essere in contatto con culture che ci possono arricchire, di vivere in luoghi che promuovono l’essere umano, nel senso che valorizzano il fatto di “essere” umani, con sentimenti, esigenze morali.
    Io dico……Quante persone, nel nostro paese, possono fruire (dal latino, aver vantaggio; usare e godere di una cosa) di Veri servizi, di Vere agevolazioni, di spazi Veri, il tutto messo a punto e a disposizione da un ente-entità chiamato Comune?
    Parliamo quindi non solo della Nuova Piazza: anche del Parco del Suono, della Biblioteca, del PalaTezze, delle Piastre polifunzionali, delle abitazioni a basso impatto ambientale, siano esse popolari e non, et coetera.
    Sono felice, ora, a dispetto di quanto sostenevano i maligni, di vedere con i miei occhi che la piazza brulica di gente che va, viene, corre o passeggia, chiacchiera, guarda o desidera essere guardata. Effettivamente, uno stesso luogo è condiviso da persone di etnie diverse, religioni diverse, status sociali diversi (che differenza rispetto a qualche anno fa!) E’ un piccolo segno (l'accettazione è lontana), ma fa ben sperare in una società futura multiculturale ed integrata.
    Nuova Piazza promossa, quindi…… e da promuovere come fatto fin’ora, con manifestazioni, appuntamenti, occasioni di aggregazione. La speranza è riposta nelle future generazioni, che valorizzeranno le strutture attraverso il loro uso.
    Per quanto riguarda “noi” cittadini navigati (mi aggrego pure io), c’è bisogno di una riflessione: impariamo ad apprezzare la bellezza delle cose, e degli intenti per cui esse vengono fatte, prima di cercare affannosamente e a tutti i costi i lati negativi………E poi parcheggiare un po’ più in là fa bene al fisico e al portafoglio (meno gocce di sudore lasciate sul pavimento della palestra). Francesca

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  14. Sindaco buon dì, approfitto di questo spazio per aggiungere un’opinione sulla piazza come riflesso della comunità.
    Questo luogo dovrebbe rappresentare noi arzignanesi evocando un senso di fiera appartenenza al nostro territorio. Di simboli del nostro lavoro e della nostra storia la vallata ne è piena da San Pietro a Montebello, con i seppur doverosi tributi artistici alla fatica e alle vittime (da un mese un operaio di marmo sta tentando di estrarre il suo collega da sotto un masso. Chi ha conosciuto da vicino questa tragedia penso che vedendo un richiamo così esplicito si giri dall’altra parte). In piazza tutti si dovrebbero sentire a proprio agio e sullo stesso livello. Spero che non si trovi mai un finanziatore per un artista pazzo che metta pinze giganti per le pelli. La fontana allora poteva essere una vasca di flocculazione dei fanghi. Le colonnine anti-intrusione dei pioli da botte in legno. I lampioni potevano illuminare a mo’ di TL84, così se uno fosse stato un po’ lampadato tutti gli avrebbero fatto notare che la sua pelle era metamerica. Non sono convinto ma, di notte, credo che questi strani lampioni, mentre illuminano il pavimento, ti permettano di vedere le stelle. Sono per una piazza che si stacchi dal lavoro, ma che prenda dalla creatività, dall’ingegno e dall’essere all’avanguardia dei suoi cittadini un’impronta molto innovativa; che guardi al futuro insomma. I giovani che vedono una piazza così si devono incuriosire su come è stato possibile tutto ciò. Siamo cittadini del mondo che vivono in una città a misura d’uomo!
    Un’altra cosa. Noto degli orticelli ben curati lungo gli argini del torrente (finchè piove la roggia è promossa a torrente). E ho visto che chi li cura, con molta meticolosità e passione, sono indiani. Vedono avanti loro! Parlando di costo della vita, tradizioni, tornare al lavoro dei campi ecc…dal momento che la crisi avanza e, in ordine di prezzi più alti, per primo c’è proprio il classico mercato (fonti domestiche), poi viene il super-mercato, non è fattibile il buon-mercato? Si tappezzano di orti tutti i quadretti verdi inutilizzati qui intorno, il comune li affida a degli “earth-manager” e al martedì abbiamo tutti i frutti e ortaggi di stagione sani, magari brutti, ma a buon-mercato?
    Alessandro

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  15. A questo punto manca solo il ricordo dello scorso dicembre, mese in cui venne "inaugurata" la nuova piazza.
    ....dopo molti discorsi seri, un pizzico di ironia...

    Sabato mattina 8 Dicembre. Sveglia prestissimo la Piccola (con annessa cuginetta quasi coetanea con cui ha passato la notte) inverte le leggi sacre dei giorni festivi "SVEGLIAILPIU'TARDIPOSSIBILE", cosi' alle 8 del mattino e' gia' stanca di giocare nella sua cameretta e decide, con mia somma gioia, di rendermi partecipe delle sue attivita' ludiche. Come uno zombie mi trascino in cucina a preparare una allegra colazione mentre la Grande mangia al volo 2 biscotti prima di fiondarsi su Msm per aggiornare amiche (e si spera solo amiche) su come ha trascorso la notte, non vedo di che altro argomento possa parlare visto che ha chattato con loro fino alle 24 la sera prima.
    Cosi' dopo aver rifatto un centinaio di letti (forse un po' meno, ma a me sembravano non finire mai) le bambine chiedono di andare in piazza , pattini per le piccole, dose di caffeina per i grandi, per la Grande solo "uffa che noia, devo proprio venire anche io? ma se sto parlando di una cosa importantissima? al solito comandate voi XXXXXX".
    E fu cosi' che arrivammo in piazza....
    Quale meraviglia si presento' allora ai nostri occhi.
    La piazza. La nuova piazza.
    Colma di gioia la Piccola munita di pattini ai piedi corse verso quella distesa di marmo, liscio, dove pattinare era davvero una gioia, "BELLISSIMO" gridava con la sua vocetta squillante, la Cuginetta con monopattino la inseguiva ridendo, "MA E' TUTTO COSI'...GRAAAAAAAANDE". Con gli occhi estasiati per la bellezza che ci si presentava davanti, vagavamo mescolati ad altre decine di persone, tutte con lo sguardo rapito dalla magia che si irradiava da quel luogo conosciuto che si presentava a noi in nuova veste. Mentre le Piccole percorrevano impazzite la Nuova Piazza, mentre la Grande decideva di andare a messa con le amiche piuttosto di accompagnarsi ai Grandi, noi ci accomodammo da Andrea, sommo elargitore di caffeina necessaria per affrontare la giornata, e cosi' dal tavolino di un bar finalmente potemmo ammirare in pace la grandiosita' dell'opera appena realizzata.
    Vuoi mettere inaugurare la piazza in una piovosa giornata di marzo, nell'anonimato generale, o in un grigio pomeriggio di novembre, no, scegli una bella giornata di dicembre, gli addobbi di Natale appesi tra i palazzoni e nel sottofondo una dolce musica nataliza, ma come avra' fatto (mi chidevo) l'Amministrazione Comunale a prenotare anche il sole per fare risplendere ancora di piu' il lastricato marmoreo? Intanto sentivo sempre di piu' salire dai passanti lo stupore, la meraviglia e la gratitudine verso Colui che aveva reso possibile tale miracolo.
    Ei Fu.....All'improvviso, sogno o son desta????
    Dal Municipio, una finestra si apre, una figura si affaccia, con fare benevolo saluta la gente accorsa a ringraziare e a omaggiare.....il brusio delle persone si trasforma in un grido "SINDACO FOREVER" gridano, "SANTO SUBITO" grido io presa dall'euforia generale.
    Lui si sfila gli occhiali da sole, qualche giovane donna sviene alla vista di quegli occhi azzurri come il cielo, e gia' si diffonde la voce di qualcuno pronto a giurare che gia' in passato Lui, alla vista di un marciapiede dissestato si era sfilato i calzari, e dopo averci camminato sopra scalzo, il marciapiede si era all'improvviso lastricato come nuovo, qualcunaltro invece narra di come , una volta, durante la costruzione di una scuola fossero finiti i mattoni e i muratori, rivoltosi a Lui sconsolati, si sentirono rispondere "Continuate a costruire" e magicamente i mattoni comparivano. Ma Lui , uomo semplice tra i semplici, con fare pacato solleva una mano, il silenzio cala all'improvviso nella piazza: "Cittadini, compagni, gente di Arzignano, non e' a me che dovete dire grazie, ma al lavoro di tutte quelle persone che hanno reso possibile il miracolo al quale assistiamo noi oggi, perche' questa Piazza non debba essere ricordata solo come la Mia Piazza, ma come la Vostra Piazza, perche' non sono io che la dono a Voi ma Voi che l'avete donata a me perche' Io ve la renda piu' bella e preziosa di prima".
    All'udire quelle parole.."..io venni men così com’io morisse. E caddi come corpo morto cade."

    to be continued...
    Paola

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  16. To be continued...
    ....la cosa che mi ha colpito, leggendo tutti i commenti, e' come ognuno veda la piazza con occhi diversi, a seconda dell'eta' , delle abitudini...Cosi' i ragazzi chiedono piu' spazi, locali, musica, quasi che ci sia bisogno di un luogo istituzionalizzato per potersi incontrare. Gli adulti chiedono segni di una identita' che rispecchi la nostra storia; si ripercorrono le strade con la memoria e i ricordi, felici comunque d'aver potuto assitere al rinnovamento di luoghi e spazi cosi' importanti per la vita del nostro paese. La bellezza sta negli occhi di chi guarda, e questo vale anche per Arzignano, piu' simile oggi a una giovane donna che a una vecchia signora. Certo ci sara' sempre chi trova inguardabili i nuovi lampioni, o terribilmente scomode le nuove panchine, ci sara' sempre chi reclamera' perche' non si e' dato abbastanza spazio ai giovani piuttosto che agli anziani, agli anziani piuttosto che ai bambini, al mercato piuttosto che alla fiera, agli extracomunitari piuttosto che ai parcheggi.... perche' ognuno reclama il proprio personalissimo spazio, e Arzignano, come una grande mamma,dovra' cercare di accogliere tutti e a tutti donare la giusta dose di attenzione che porti ognuno a pensare "Si', Arzignano e' la mia citta'".
    Paola

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  17. Finalmente Arzignano ha una piazza.
    Speriamo possa diventare un punto di incontro tra le diverse anime della città.
    Essendo questo un luogo di condivisione non deve avere pregiudizio alcuno altrimenti perderebbe il suo significato più profondo.
    Davide

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  18. Bellissima la piazza rifatta ora Arzignano riflette il suo splendore è una cittadina magnifica. Buona serata.

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  19. Non so se la città e la società si rispecchino l'un l'altra; so operò che ci sono relazioni strettissime, corrispondenze, interazioni. Una società fatta di individui estranei l'uno all'altro, legati solo da vincoli di convenienza, una società-massa, una società dominata dall'individualismo è una città fatta solo da case (condomini e villette e tuguri) collegate tra loro da strade destinate solo all'automobile. Una società vera e propria, dove i legami tra le persone non si riducono a quelli familiari, dove è ricca una vita associativa, dove gli abitanti (cittadini e non) partecipano alla vita politica e amministrativa, dove i conflitti emergono e si risolvono bel confronto e nel dialogo, è una città che ha bisogno, vitalmente biisogno di spazi pubblici. E la presnza di spazi pubblici - di una rete di spazi puubblici, disseminati sul territorio e tra loro connessi - è essenziale per la vita di una società piena.
    Io sono cocnvinto che la piazza di Arzignano, che ho potuto ammirare (e mi dispiace che ci sia ancora qualche inquinamento di traffico) sia un ottimo inizio. Grazie, sindaco Stefano Fracasso, e avanti con coraggio

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