giovedì 21 novembre 2013

OSPEDALI E TERRITORIO: LA DELIBERA DEFINITIVA DELLA GIUNTA REGIONALE

Nell'ultima seduta di Giunta Regionale sono state approvate definitivamente le nuove schede ospedaliere e territoriali per il Veneto.  Recepite alcune indicazioni della Commissione sanità (la psicologia ospedaliera, la valutazione biennale delle apicalità ospedaliere, il rinvio dell'approvazione della rete urgenza/emergenza, la necessità di specificare la rete diabetologica...) e introdotto alcuni variazioni, poche, riguardanti l'Azienda Ospedaliera di Verona, i servizi dell'ospedale di Valdagno e dell'ospedale civile di Venezia. Nel complesso rimane invariato l'impianto uscito dalla nottata in V commisione con una riduzione di 1.219 posti letto ospedalieri e la prevista attivazione di 1.263 posti letto extraospedalieri, nelle cosiddette strutture intermedie.
La delibera contiene altri elementi di interesse: le nuove dotazioni dovranno essere realizzate nel biennio 2014-2015, la riorganizzazione dovrà compiersi nel rispetto dei vincoli di bilancio e compatiblmente con i budget assegnati ad ogni azienda. Si tratta in sostanza delle risorse assegnate con il riparto del dicembre 2012. "Il risparmio di spesa che si ottiene attraverso la riorganizzazione della rete ospedaliera consente il potenziamento dell'assistenza territoriale" si legge testualmente nella delibera. Quindi nessuna risorsa aggiutiva per il territorio e laddove la riduzione dei posti letto ospedalieri è già avvenuta, come nelle ULSS vicentine, non sappiamo con quali "risparmi" si potrà avviare la rete di assistenza territoriale, vero punto debole del nuovo piano socio-sanitario e delle schede.
LA DELIBERA
LE SCHEDE OSPEDALIERE DEFINITIVE
LE SCHEDE TERRITORIALI

martedì 19 novembre 2013

ORARIO CADENZATO: PRONTI AL VIA?

Pendolari vicentini e non preparatevi al botto previsto per il prossimo 15 dicembre. Siamo alle ultime limature del nuovo orario cadenzato dei treni regionali veneti, dopo gli incontri con i sindaci, le richieste di modifica, i ritocchi e i controritocchi, quelle che trovate qui sotto sono le bozze non definitive) del nuovo orario. Comunque la si pensi, e la mia ho avuto modo di dirla più volte, il cadenzamento è un buon principio, applicato in tutta Europa. Dovrebbe essere accompagnato da un ammodernamento del materiale rotabile, locomotive e vagoni, e della rete, elettrificazione, scambi..... Su questi ultimi punti rimango critico, visto che l'ultimo rapporto sul servizio ferroviario regionale ha fotografato una impietosa situazione di cancellazioni di treni dovuta alle pessime condizioni dei treni in circolazione. C'è poi la drastica riduzione delle corse del fine settimana, sabato e domenica, per un Veneto che smette di essere metropoli nel weekend, e già fatica ad esserlo in settimana. Ancora non abbiamo visto come si intenda risolvere la questione degli interregionali Veneto-Lombardia, e attendiamo che l'assessore relazioni in commissione dopo la risoluzione unanime del Consiglio Regionale. Una Regione seria partirebbe ora con un a grande campagna di informazione per l'utenza, visto che manca meno di un mese, e la accompagnerebbe con l'introduzione del biglietto unico integrato ferro-gomma. Ma l'Europa e lontana, tanto lontana, e da noi si preferisce raggiungerla con nuove strade e autostrade.......
vicenza-schio
schio-vicenza
bassano-padova
padova-bassano
vicenza-padova-venezia
venezia-padova-vicenza
bassano-venezia
venezia-bassano
vicenza-verona
verona-vicenza

venerdì 8 novembre 2013

SCUOLE SUPERIORI A VICENZA: PRIMA LA DIDATTICA, POI L'EDILIZIA

E' tema di discussione di questi giorni la proposta di riordino degli indirizzi degli istituti tecnici del capoluogo
l'Istituto Rossi in un'immagine d'epoca
vicentino. All'insegna del "risparmio, dell'efficienza e della semplificazione per l'orientamento delle famiglie", dicono i funzionari della Provincia di Vicenza. Bene l'efficienza, bene anche la semplificazione, ma quando sento parlare di risparmi nella scuola mi suona un campanello d'allarme. Nei paesi civile si investe per la scuola e nella scuola, altro che risparmi. Che lo si faccia poco in Italia e in Veneto ce lo dicono i dati dell'Europa. Comunque la riorganizzazione interesserebbe gli istituti Montagna, Boscardin, Canova, Rossi, Lampertico, Piovene, esclusi invece i licei. L'impressione che si ricava dal dibattito e dalle prese di posizione che sono seguite alla presentazione del piano è che il tutto nasca da una visione "edilizia" della scuola, dalla necessità di far quadrare dinamica della popolazione scolastica  e numero di aule, piuttosto che sulla garanzia che le attività didattiche possano svolgersi con le adeguate garanzie di poter disporre di aule attrezzate, laboratori di indirizzo, palestre. Non si tratta semplicemente di spostare un centinaio di alunni da un istituto ad un altro , ma di capire se quell'indirizzo di studio possa trovare nella nuova sede tutto quanto serva per una didattica efficace. Perchè al centro deve stare la qualità dell'insegnamento/apprendimento, altrimenti si rischia di guadagnare qualche aula e perdere in rendimento del processo di formazione. Spero di sbagliarmi ma nel dubbio ho chiesto alla Giunta Regionale, che dovrà mettere l'ultima parola, di acquisire tutti gli elementi utili a una valutazione che metta davanti la didattica prima dell'edilizia.
Il testo dell'interrogazione

mercoledì 6 novembre 2013

SETTE ANNI IN VENETO. COME SONO STATI SPESI I FONDI EUROPEI

La scorsa settimana il Consiglio Regionale ha discusso e votato il "Rapporto sugli affari europei", il
resoconto del come  e dove sono stati spesi i fondi europei della programmazione 2007/2013. Si tratta di 2,22 miliardi di euro (si, proprio miliardi) che nelle intenzioni dovevano rendere il Veneto "più attraente per le imprese e cittadini", come recitava l'obiettivo principale dei documenti del 2007. Il Veneto avrebbe dovuto abbandonare "il modello della crescita quantitativa per avviarsi sulla strada della crescita qualitativa", accelerando sui settori ad alto valore aggiunto, rigenerando le risorse produttive consumate dallo sviluppo, garantendo un maggior accesso alle conoscenze, alle reti materiali e immateriali, sempre secondo i documenti alla base dell'uso dei fondi. Certo, nel frattempo è arrivata la peggior crisi del dopoguerra e anche le risorse dei fondi europei sono state, in parte, dirottate per parare i colpi, come nel caso della cassa integrazione. Tuttavia la polverizzazione dei finanziamenti, più di duemila solo per le azioni di innovazione, la scarsa definizione di reali misure strutturali e strategiche, si veda il caso della creazione di un polo scientifico-tecnologico di rango internazionale e della realizzazione della metropolitana regionale (ancora al di là dal venire), dimostrano che non basta spendere, bisogna spendere bene. Se ci confrontiamo con le altre regioni europee scopriamo che la spesa per ricerca e sviluppo in Veneto è ben lontana dal target europeo (1.04% contro il l'obiettivo del 1.5% del pil), fallito l'incremento del 5% di utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico, nella classifica della competitività delle regioni europee siamo al 158° posto su 262 regioni. Si poteva far meglio, si dovrà far meglio visto che ora si apre la nuova fase dei fondi per il periodo 2014/2020. Altri due miliardi di euro da investire secondo tre parole d'ordine: sviluppo sostenibile, intelligente, inclusivo. I risultati della programmazione che si chiude devono servire da lezione.
Il link alla rendicontazione sui fondi europei