martedì 3 aprile 2012

PASQUA DIETRO LE SBARRE

Difficile non sentire un brivido. I lunghi corridoi, le porte che si aprono e chiudono davanti e dietro di te. E i rumori, rumori di chiavi e serrature metalliche, rumori di porte elettrocomandate. Con i corridoi che fanno da eco. Al carcere circondariale di Vicenza ci sono più di 300 detenuti, molti giovani, tanti stranieri. E' un carcere di passaggio, mi racconta il comandante degli agenti penitenziari, perchè i detenuti ci rimangono al massimo cinque anni, ma in media assai meno. Questa mattina il Vescovo di Vicenza ha celebrato la messa per la Pasqua, c'è il coro della vicina parrocchia, i volontari, gli agenti, il Direttore e soprattutto ci sono loro: i reclusi. Uno di loro legge al Vescovo un appello, chiede perdono, perdono e dignità. Possibilità di rifarsi una vita, di non perdere il rispetto di se stesso. Mi accompagnano a vedere le "sezioni", qui solo maschili. Sono in due o in tre per cella, poco più grande di uno sgabuzzino. Anche questo, come tanti altri carceri, è sovraffollato. E' stato costruito per 150 detenuti, negli anni dei "carceri d'oro". Però è pulito, ordinato, mi raccontano che i casi di autolesionismo sono pochi, mi fanno vedere la palestra, le aule per chi vuol prendersi la licenza media, la biblioteca. E gli orti tra il campo da calcio e quello da pallavolo. Una volontaria mi spiega che adesso hanno iniziato con le piante officinali. Vorrebbero coltivare piante che combattono l'ansia e i dolori. Per far diminuire il consumo dei farmaci. Coltivano melissa e menta nella terra secca di questa primavera senza pioggia. In attesa di una Pasqua, una vera.

Nessun commento:

Posta un commento