Solo dopo aver visto la nuova programmazione regionale potremo davvero
dire se l'avvio dell'inceneritore veronese di Ca' del Bue serve o meno al
Veneto. Servono dati e numeri. Autorizzarlo ora sarebbe stato illogico e
irresponsabile, visto che ci troviamo in una situazione in cui ci sono più impianti che rifiuti da trattare. Peccato che non tutta
la maggioranza l'abbia capito, con un'ennesima spaccatura che
dimostra quanto questa sia fragile e divisa. L'approvazione
dell'emendamento che ho presentato blocca, fino alla nuova
programmazione
regionale, l'autorizzazione all'avvio di nuovi inceneritori in Veneto. L'emendamento è stato
presentato all'interno della discussione sulle nuove disposizioni per
l'organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti
urbani approvato dal Consiglio Regionale. Con la nuova legge, la programmazione dello
smaltimento sarà competenza regionale e l'organizzazione della raccolta
spetterà ai comuni in forma associata. L'auspicio è
che ci sia la capacità di guardare al quadro
complessivo valutando però attentamente le diverse realtà e situazioni
territoriali soprattutto nella costituzione dei bacini. I dati
dell'Arpav ci mostrano infatti una situazione di raccolta differenziata
che sfiora in media il 60%, con punte anche superiori, e costi
contenuti, 127 euro procapite in media. Servirà quindi lavorare in
maniera stretta con il territorio e partire dalle esperienze virtuose
che già ci sono nella nostra regione. Ora spetta alla Giunta portare
velocemenente il nuovo piano regionale.
Il resoconto sintetico della seduta nella nota dell'ufficio stampa del consiglio
giovedì 27 dicembre 2012
giovedì 20 dicembre 2012
IN VENETO SITUAZIONE DRAMMATICA PER I PENDOLARI

Secondo il Rapporto, il Veneto, con i suoi oltre 150 mila pendolari che ogni giorno usano il treno per spostamenti legati al lavoro o allo studio, è ancora una delle regioni che meno investe nella mobilità ferroviaria. Gli stanziamenti regionali per il servizio e il materiale rotabile non raggiungono nemmeno lo 0.3% del bilancio, si fermano appena allo 0.28%.
Pesa un quadro nazionale in cui l’offerta per l’alta velocità aumenta, mentre quella per i pendolari cala. Ma poi incidono alcune scelte prese sul territorio. Nel decennio 2003-2012, il Veneto ha diretto oltre il 92% della spesa per infrastrutture sulla rete stradale e autostradale. Il Piemonte ha investito il 44% sulla rete ferroviaria, la Lombardia il 35%, l’Emilia-Romagna il 26%.
Con queste cifre non sorprende che il progetto della metropolitana regionale sia rimasto sostanzialmente fermo al palo dopo un decennio di annunci. Eppure è proprio da qui che occorre partire per invertire la rotta. Il nodo Veneto è uno di quelli dove più forte è la contraddizione tra domanda crescente e offerta calante. Anziché agire per correggere una situazione che conosce estremi drammatici (come i casi della linea Bassano-Padova, Schio-Vicenza o Treviso-Venezia), la giunta Zaia ha avallato, ancora nel 2011, un aumenta delle tariffe (+ 15%) e una riduzione dell’offerta (- 3.5%). Il ritardo del Veneto sul fronte della mobilità metropolitana non è il frutto di un destino avverso, ma la conseguenza di scelte politiche precise. Scelte politiche di cui l’asse Lega-Pdl ha la piena responsabilità e che meritano di essere corrette in modo profondo.
Con queste cifre non sorprende che il progetto della metropolitana regionale sia rimasto sostanzialmente fermo al palo dopo un decennio di annunci. Eppure è proprio da qui che occorre partire per invertire la rotta. Il nodo Veneto è uno di quelli dove più forte è la contraddizione tra domanda crescente e offerta calante. Anziché agire per correggere una situazione che conosce estremi drammatici (come i casi della linea Bassano-Padova, Schio-Vicenza o Treviso-Venezia), la giunta Zaia ha avallato, ancora nel 2011, un aumenta delle tariffe (+ 15%) e una riduzione dell’offerta (- 3.5%). Il ritardo del Veneto sul fronte della mobilità metropolitana non è il frutto di un destino avverso, ma la conseguenza di scelte politiche precise. Scelte politiche di cui l’asse Lega-Pdl ha la piena responsabilità e che meritano di essere corrette in modo profondo.
mercoledì 19 dicembre 2012
BACINO DI CALDOGNO: ESITAZIONI DI ZAIA INCOMPRENSIBILI
La discussione sui poteri speciali che il Governo ha assegnato al Presidente della Regione per la costruzione del bacino di laminazione a Caldogno, in provincia di Vicenza, è di fondamentale importanza. L’esitazione di Zaia su questi poteri speciali mi pare incomprensibile. Non è questo il momento di lasciare soli i cittadini dei comuni a rischio alluvione e i loro Sindaci. Le competenze su questa materia sono regionali, non si capisce perché il Presidente della Regione voglia sottrarsi. È come se rinunciasse a nominare i direttori generali delle Ulss, cercando qualcuno a cui demandare il compito.
Il nostro Presidente ama ripetere un detto: “male non fare, paura non avere”. Questa volta rivolgiamo a lui questa esortazione. Prenda coraggio e faccia il suo dovere di Presidente. Se toccasse ai Sindaci assumersi questo compito credo che il Presidente Zaia dovrebbe più di una spiegazione ai veneti.
mercoledì 12 dicembre 2012
SUI PRATI, GHIACCIATI, DI LIZZANO IN BELVEDERE
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fine anni trenta. Toni Giuriolo a Baita Segantini. Sullo sfondo il Cimon dela Pala |
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