giovedì 13 marzo 2014

"RIVOLGERSI AGLI OSSARI.NON SERVE BIGLIETTO"

Cento anni dall'inzio della Grande Guerra, quella che per noi è la guerra del 15/18, ma che inizia nel 1914 con l'attentato di Sarajevo. Tutti i paesi europei hanno predisposto grandi programmi di celebrazioni, iniziative di divulgazione, di studio, di valorizzazione dei luoghi e dei segni storici, Francia e Austria in primis. Il Veneto è stato uno dei teatri più sanguinosi di quel conflitto, tanto che l'intera linea pedemontana è segnata dalla catena degli ossari, con cui il regime del ventennio fascista mitizzò il primo conflitto mondiale. Per stare al vicentino, Pasubio, Tonezza, Asiago, Grappa, e tra loro sentieri e strade militari, trincee e gallerie. Le piccole dolomiti e l'altopiano come paesaggi  naturali e storici, storico-naturali, che ancora oggi incantano per bellezza e inorridiscono per tragedia. Andrea Zanzotto, nato e cresciuto lungo la linea degli ossari, amava passeggiare tra l'isola dei morti sul Piave e le forre del Montello, e scrivere dell'impasto di roccia, terra, sangue e vegetazione del paesaggio veneto.In  Il Galateo in Bosco, una raccolta poetica pubblicata nel 1978, ha scritto versi indimenticabili come nella poesia "Rivolgersi agli ossari. Non serve biglietto. Rivolgersi ai cippi. Con il più disperato rispetto. Rivolgersi alle osterie. Dove elementi paradisiaci aspettano.....". Con il bilancio diquest'anno anche la Regione Veneto ha scelto di investire per restaurare luoghi e segni  della Grande Guerra, e offrirli ancora come teatro, questa volta della memoria.

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