

(Un'immagine del ghetto e il monumento per l'Olocausto)
Oggi in Villa Cordellina a Montecchio Maggiore è stato presentato dall’Autorità di Bacino il Piano di assetto idrogeologico. È un documento importantissimo. Fotografa la realtà in modo accurato, dando la misura precisa delle criticità e delle azioni necessarie. Il quadro che ne emerge è ricco, ma per molti versi anche drammatico.
Con 2.4 miliardi di euro di interventi necessari, di cui il 50% con massima priorità, il sistema Veneto deve raddoppiare gli sforzi. Perché la raccolta dei fondi necessari sarà una sfida difficilissima da vincere. Se è vero infatti che la Giunta regionale scommette sulla possibilità di ottenere fondi dal Governo nazionale, tentativo che ovviamente deve essere sostenuto da tutte le forze politiche venete, è purtroppo un dato di fatto che gli stanziamenti già scarsi per questi capitoli di spesa sono stati ulteriormente ridotti o cancellati del tutto.
Dopo l’audizione in Commissione degli Assessori provinciali alla mobilità e dei rappresentanti sindacali la realtà è chiara: i tagli della Regione Veneto rischiano di mettere in crisi il trasporto pubblico locale. E il prezzo maggiore rischia di cadere su studenti e pendolari. Dopo l’intesa col Governo, alcune regioni, come Piemonte e Marche, hanno deciso di rivedere i tagli annunciati in precedenza. Chiediamo che il Veneto faccia altrettanto.
Il quadro rappresentato dai rappresentanti istituzionali e sindacali del territorio è drammatico. Secondo la Provincia di Vicenza i tagli del 25% richiederebbero il taglio di 57 dipendenti di Ftv e un aumento del 50% nel costo dei biglietti, e renderebbero più difficili i collegamenti con i piccoli comuni.
Secondo le cifre fornite da Ilario Simonaggio, segretario regionale della Filt Cgil, il Veneto è già una delle regioni con il costo a chilometro del trasporto pubblico locale più basso, appena 1,2 euro. L’80% dell’utenza è rappresentato da studenti e altri utenti deboli, come anziani e stranieri. Occorre che il Veneto si impegni a usare per ridurre i tagli le risorse stanziate nell’accordo Governo-Regioni al trasporto pubblico locale, 400 milioni in tutta Italia, circa 47 milioni di euro per il Veneto. Altrimenti il prezzo della crisi e dei tagli lo pagheranno gli studenti e le loro famiglie.
Ascoltare il grido d’aiuto dei 12 Comuni veneti più colpite dalle norme del Patto di Stabilità, rimuovendo da subito le norme capestro più odiose: è questo che io e il collega consigliere Giuseppe Berlato Sella abbiamo chiesto nell'incontro presso il municipio di Santorso con il Sindaco Piero Menegozzo. Ci ha esposto una situazione drammatica: il solo Comune di Santorso dovrebbe versare alla tesoreria dello stato 1.200.000 euro senza aver mai chiuso un bilancio in deficit! Siamo di fronte a un federalismo alla rovescia, dove sono i Comuni che danno i soldi allo Stato anzichè il contrario.
Essendo entrambi ex sindaci, comprendiamo appieno le ragioni degli amministratori costretti da norme assurde a forme di protesta clamorose, come quella di chiudere i municipi mercoledì prossimo. Il Patto di Stabilità, per consentire allo Stato centrale di fare cassa, scarica sui Comuni virtuosi dei costi assurdi, punendo quelli che avevano fatto investimenti nell'anno 2007. E quando diciamo investimenti intendiamo scuole elementari, impianti sportivi, lavori stradali. Insomma lo Stato punisce chi si è sforzato di assicurare servizi ai loro cittadini e lavoro e sviluppo per le economie locali.
Lunedì al riavvio dei lavori del Consiglio Regionale, presenteremo un’interrogazione per chiedere al Presidente della Regione Luca Zaia di sollecitare il Governo a togliere questa norma capestro.