Intervento pubblicato sul Giornale di Vicenza del 10 agosto
La crisi impone scelte difficili e coraggiose. Sul versante
della pubblica amministrazione ancora di più. E allora si guarda al modello
tedesco, rigoroso sulla gestione dei conti pubblici, con ampia autonomia dei
territori, semplice nell’architettura istituzionale, ben piantato dentro le
politiche europee. Insomma, vediamo se riusciamo a fare un po’ i tedeschi. A
partire dal Veneto. Ecco allora alcuni casi recenti di come il Veneto “non”
faccia il tedesco.
Tra il 2007 e il 2011 il Veneto è risultato tra le ultime
regioni europee nella capacità di accedere ai fondi europei gestiti
direttamente dalla Commissione. Secondo un recente rapporto dell’osservatorio
sulla spesa regionale del Consiglio Regionale il Veneto ha attratto 276 milioni
di euro. La Baviera si è messa in
saccoccia più di 1500 milioni di euro. Più Europa significa più programmazione
strategica, parola molto snobbata in laguna, perché si preferisce improvvisare
e accontentare tutti. Qualche esempio?
E’ di qualche settimana fa un bando di 23 milioni di euro per contributi da
100.000 euro
ciascuno per lavori pubblici dei comuni. Si potrebbe considerarla
una nuova modalità di distribuzione, dopo i
finanziamenti a pioggia siamo all’innovativo sistema “goccia a goccia”. Priorità:
nessuna. Opere strategiche: se non c’è un piano non si sa quali siano. Criterio
di assegnazione: chi prima arriva meglio alloggia! Proprio come in Germania.
Non meno “tedesche” le delibere che hanno assegnato più di
mezzo milione di euro per “mostre, manifestazioni e convegni di interesse
regionale” e per “la promozione dell’identità veneta”. Anche qui il nuovo
sistema “goccia a goccia” ha premiato 176 (dico 176!) beneficiari. Alcuni di
chiarissimo interesse regionale, come
la Corsa dea Befana a Colesella, è
scritto proprio dea, la festa dello Schizzotto a Santa
Margherita d’Adige e ancora Brusemo ea
Vecia a Brugine. E mi fermo per decenza. Ma in una regione che ha
nell’abbinata turismo/cultura una leva straordinaria di sviluppo economico
quali sono le priorità dove concentrare le poche risorse per spenderle al
meglio? La Germania ha scelto di investire nelle istituzioni della cultura,
musei, biblioteche, centri di documentazioni, come vere e proprie industrie
culturali, con risultati straordinari. E
sulle provincie Zaia avrà il coraggio di andare oltre la difesa dell’esistente
e prefigurare quel “governo delle funzioni metropolitane” dell’area centrale
del Veneto che abbiamo scritto nel nuovo statuto regionale? Due aree
metropolitane, a est Padova-Treviso-Venezia, a ovest Verona e Vicenza e il
riconoscimento della specificità della montagna.
Fare i tedeschi in Veneto vuol dire certamente chiedere
maggior rigore alle regioni del sud, e in questo l’atteggiamento del mio
partito è ancora ostaggio di un falso spirito unitario, rivedendo la spesa
pubblica su criteri finalmente di produttività ed efficienza. Mettendo fine al
quel sistema della “spesa storica”
anacronistico nel nome e insostenibile nei fatti.
Ma fare i tedeschi in Veneto significa anche dare a questa
regione quella cultura della programmazione che non ha mai conosciuto. Che vuol
dire fissare delle priorità, selezionare gli obiettivi, spendere per il futuro
anzichè accontentare il presente. Ridurre i livelli di governo, semplificare la
pubblica amministrazione. Quanto più credibile sarà la capacità del Veneto di
fare “la tedesca” in casa propria tanto maggiore la sua autorevolezza nel
pretendere equità ed efficienza nel confronto con le altre regioni italiane. La
crisi offre condizioni straordinarie per le riforme e straordinarie potrebbero
essere pure le alleanze politiche per realizzarle. Anche in Veneto. Chi ci sta?
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