Mentre si annunciava un picco di alta marea, e si rischiava di nuovo l'esondazione a Vicenza, in Consiglio Regionale è piombata la risoluzione per intraprendere la via dell'indipendenza del Veneto. Prima sentendo il Popolo Veneto (proprio così, con due maiuscole) e poi chiamando dei saggi per capire se è possibile. Evidente l'imbarazzo del presidente Zaia, per la prima volta in aula dal mattino alla sera, sfidato dai venetisti sul terreno della "piccola patria". E così difronte alle nuove sfide globali, come i cambiamenti climatici che portano le esondazioni, o la globalizzazione finanziaria, o i grandi flussi migratori, si affaccia la tentazione della fuga dalla modernità. Lo sganciamento dal mondo pensando di potersi "immunizzare" dalla globalizzazione. Si vorrebbe rispondere alle interdipendenze del terzo millennio con l'indipendenza dalla storia. Alla sfida della globalizzazione non si risponde con il passaporto veneto. Vogliamo un passaporto europeo, di una Europa Federale dei cittadini, con un vero governo legittimato democraticamente. Un'Europa che superi il governo delle banche, e sia politica. Pronta a confrontarsi con le grandi politiche degli Stati Uniti, dell'India, della Cina, del Brasile.......Alla fine la maggioranza ha partorito un pasticcio: referendum ma senza indipendenza! Nel frattempo la marea calava e anche la punta di piena del Bacchiglione. Ma l'appuntamento con la globalizzazione è solo rimandato, per il clima. Per il resto ci siamo già dentro.
La trascrizione del mio intervento in Consiglio
La risoluzione del PD Il Veneto per l'Europa Federale e l'autonomia
giovedì 29 novembre 2012
lunedì 19 novembre 2012
A PIEDI NUDI SULLA ROCCIA. LA SCOMPARSA DI PATRICK EDLINGER
Venerdì scorso Patrick Edlinger è stato trovato morto nella sua abitazione a La Palud, nel Verdon francese. Aveva 52 anni. Edlinger è stato per me, e per molti altri, uno dei miti dell'arrampicata free. La molla che nei primi anni ottanta ha fatto diffondere l'arrampicata fuori dagli ambiti ristretti dell'alpinismo accademico. Anche faticando nei livelli più bassi della scala delle difficoltà, mi portavo dentro l'immagine dell'inconfondibile stile, tanto elegante quanto efficace di Edlinger. Della sua plastica e armoniosa andatura, frutto di un combinato di talento e metodico allenamento. Indimenticabili le immagini dei film sulle sue salite che ogni tanto spuntavano a tarda ora sulla RAI. Opèra Vertical, in particolare, lo vede salire a piedi nudi, con l'immancabile fazzoletto a stringere i folti capelli e senza assicurazione, sulle note di una cantata di Bach. E' stata "la vie aux bout des doigts", come il titolo di un altro docu-film che lo vedeva protagonista nel 1982. Qualcuno l'ha chiamata arte, per me un sogno.
a partire dal 4 minuto circa, la danza a piedi nudi sulle note di Bach
giovedì 15 novembre 2012
IN DIFESA DEI DISABILI. E UNA PICCOLA SODDISFAZIONE
Dentro la bufera della politica attuale capita di chiedersi che senso abbia esercitare un ruolo "politico". Una domanda che mi faccio spesso. Poi succede che si riesca a cambiare qualcosa, a far guadagnare un pò di giustizia sociale, o a far in modo che non venga messa in discussione. Ieri, durante la discussione sul provvedimento in materia di sanità e sociale, è stato prima approvato un articolo che esclude in Veneto i servizi diurni e residenziali per disabili, minori, persone in difficoltà, dal taglio dle 5% della spending review. Una misura che chiedevamo da tempo (vedi il post dell'11 agosto scorso). Poi, a seguito di alcuni interventi, compreso il mio, è stato bocciato un emendamento presentato dall'assessore al sociale con il quale si introducevano, in modo surrettizzio, ulteriori oneri a carico delle famiglie dei disabili. Quando si concentra sui "beni pubblici", come il welfare, quando si riesce ancora a cambiare dinamiche che vengono presentate altrimenti come ineluttabili, fare politica ha ancora un senso. Una piccola soddisfazione.
lunedì 12 novembre 2012
ANCORA SULLE NUOVE PROVINCE
Articolo di Cristina Giacomuzzo sul Giornale di Vicenza dell'11 novembre.
«Schneck la smetta di fare il provinciale, mettiamo il naso fuori dal
nostro confine e guardiamo all'Europa». E cosa si trova? L'area
metropolitana ViVRò, cioè Vicenza, Verona e Rovigo. È là, a detta del
consigliere regionale Pd, Stefano Fracasso, che si costruiranno «le
strategie per lo sviluppo puntando ad ottenere i fondi che l'Europa
metterà a disposizione. Non è più tempo di barricarsi dietro a rincari
sull'Rc auto o ad altre banalità. La posta in gioco è ben altra»,
attacca Fracasso smontando le dichiarazioni del commissario della
Provincia di Vicenza, Attilio Schneck. L'ex presidente di palazzo Nievo
era intervenuto ieri su Il Giornale di Vicenza bocciando l'ipotesi della
creazione di un Polo Ovest tra Vicenza, Verona e Rovigo avanzata dai
tre sindaci dei Comuni capoluogo, tra cui anche il vicentino Achille
Variati, ricordando che, alla base di questo ragionamento, mancano i
presupposti di efficienza: «La prima conseguenza per i vicentini - aveva
dichiarato - sarebbe l'aumento dell'assicurazione auto (le Province di
Rovigo e Venezia hanno aliquote più alte) e dell'abbonamento studenti
dell'Ftv». Ma Schneck aveva posto l'accento anche su una questione di
ruoli: non sono i sindaci che devono definire queste strategie.

I
RUOLI. Su questo interviene anche l'assessore regionale al bilancio, il
leghista Roberto Ciambetti che non usa mezzi termini: «Che Variati stia
costruendo questa operazione per fini elettorali, ormai è sotto gli
occhi di tutti. Prova ne sia che per arrivare alla costituzione di
un'area metropolitana si debba definire e seguire un percorso a dispetto
di leggi nazionali, se ci sono, o creando e organizzando le tappe
analizzando fattori concreti e trovando soluzioni vantaggiose per tutti:
questo spetta alla Regione. Adesso non vedo, né a livello statale né
regionale, un modello, una scatola che possa inquadrare tutto questo
gran parlare tra sindaci. Insomma, si chiacchiera. E poi - tuona
Ciambetti - a che titolo si muove Variati? È autorevole, certo, ma non
può rappresentare gli altri Comuni berici o la Provincia di Vicenza che è
ancora portatrice di interessi di area vasta. Per non parlare della
Regione che, come dice lo statuto, è delegata a gestire le ipotesi di
area vasta ed è ben disposta ad accogliere suggerimenti ed idee nelle
sedi deputate. Porto un esempio concreto: arrivo da Arquà Polesine dove
con altri sei Comuni si è definita una delibera comune per arrivare alla
fusione. Questo è un processo alle battute finali a cui si sta
lavorando da oltre un anno: questo è un percorso che va calcolato in
ogni dettaglio. Le battute ad uso elettorale del sindaco Variati quindi
pesano quel che pesano. L'opportunità va colta? E chi dice di no? Ma va
fatto con ordine, pulizia e rispetto delle gerarchie, senza protagonismi
strumentali. E soprattutto per il bene dei cittadini e dell'economia
dei territori ». IL TRENO. Proprio a nome dello sviluppo, Fracasso è
convinto che questa che hanno intrapreso i tre sindaci - Variati (Pd)
per Vicenza, Piva (Pdl) per Rovigo, Tosi (Lega) per Verona - sia la
strada giusta che permetterà di non perdere un treno già in movimento.
«Si deve distinguere - spiega - il percorso di città metropolitana,
previsto dalla legge nazionale, da quello di area metropolitana che
invece è un'aggregazione che è “meno istituzionale”, ma che permette di
essere interlocutori diretti con l'Ue. È lo stesso che sta accadendo in
Francia e in Germania. Entro fine mese il Consiglio europeo approverà la
nuova programmazione sulle aree metropolitane. Per l'obiettivo
“sviluppo strategico” metterà sul piatto 50 miliardi di euro a partire
dal 2014. La sfida è quella di restare agganciati a questo trend di
sviluppo che vuol dire innovazione. In Veneto siamo sempre stati
europeisti a rovescio, solo per criticare. Impariamo ad esserlo anche in
modo propositivo, per cogliere le occasioni. Schneck teme
l'allontamento delle istituzioni? Ma a costituire le aree metropolitane
resteranno i sindaci. E il sindaco è il più vicino riferimento per il
cittadino. Solo che così potrà arrivare direttamente in Europa».
sabato 10 novembre 2012
PROVINCIALI CONTRO METROPOLITANI. IL VENETO E L'EUROPA
Sindaci contro presidenti di provincia, quale partita si sta giocando? Mentre Zaia ha deciso di non decidere ormai da settimane il confronto tra “provinciali” e “metropolitani” occupa le pagine dei giornali del Veneto. Dopo la decisione del Governo di accorpare Rovigo con Verona e Treviso con Padova e i relativi strali dei presidenti(ex) di provincia, i sindaci hanno preso l’iniziativa per prefigurare nuove aggregazioni. Ha rotto gli indugi Flavio Zanonato, sindaco di Padova, dichiarando di voler aderire alla città metropolitana di Venezia. Anche Gobbo di Treviso si dice interessato saldando il triangolo della Pa-Tre-Ve. Ma pure Variati, Tosi e Piva di Rovigo parlano apertamente di un’area metropolitana ovest. Dove andremo a pagare le bollette e quanto pagheremo di tassa automibilistica gridano inorriditi i “provinciali”, scambiando le province per uffici relazioni con il pubblico. Non lo sono mai state e lo saranno ancora meno in futuro. Le province avranno meno competenze di quelle che hanno avuto in passato, anche se le eserciteranno su territori più vasti. Quattro in tutto: edilizia scolastica, viabilità provinciale, trasporto pubblico e, vagamente, ambiente. Perché accapigliarsi tanto per una scatola più grande che avrà un contenuto più piccolo? Meglio abolirle tutte si dirà. Si meglio, ma
mercoledì 7 novembre 2012
CONFRONTO SULLE PRIMARIE
Ieri sera, nel programma In fondo di Tva Vicenza, mi sono confrontato con Matteo Quero sulle primarie del Pd. Qui il video.
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