lunedì 12 novembre 2012

ANCORA SULLE NUOVE PROVINCE

 Articolo di Cristina Giacomuzzo sul Giornale di Vicenza dell'11 novembre.

«Schneck la smetta di fare il provinciale, mettiamo il naso fuori dal nostro confine e guardiamo all'Europa». E cosa si trova? L'area metropolitana ViVRò, cioè Vicenza, Verona e Rovigo. È là, a detta del consigliere regionale Pd, Stefano Fracasso, che si costruiranno «le strategie per lo sviluppo puntando ad ottenere i fondi che l'Europa metterà a disposizione. Non è più tempo di barricarsi dietro a rincari sull'Rc auto o ad altre banalità. La posta in gioco è ben altra», attacca Fracasso smontando le dichiarazioni del commissario della Provincia di Vicenza, Attilio Schneck. L'ex presidente di palazzo Nievo era intervenuto ieri su Il Giornale di Vicenza bocciando l'ipotesi della creazione di un Polo Ovest tra Vicenza, Verona e Rovigo avanzata dai tre sindaci dei Comuni capoluogo, tra cui anche il vicentino Achille Variati, ricordando che, alla base di questo ragionamento, mancano i presupposti di efficienza: «La prima conseguenza per i vicentini - aveva dichiarato - sarebbe l'aumento dell'assicurazione auto (le Province di Rovigo e Venezia hanno aliquote più alte) e dell'abbonamento studenti dell'Ftv». Ma Schneck aveva posto l'accento anche su una questione di ruoli: non sono i sindaci che devono definire queste strategie.
I RUOLI. Su questo interviene anche l'assessore regionale al bilancio, il leghista Roberto Ciambetti che non usa mezzi termini: «Che Variati stia costruendo questa operazione per fini elettorali, ormai è sotto gli occhi di tutti. Prova ne sia che per arrivare alla costituzione di un'area metropolitana si debba definire e seguire un percorso a dispetto di leggi nazionali, se ci sono, o creando e organizzando le tappe analizzando fattori concreti e trovando soluzioni vantaggiose per tutti: questo spetta alla Regione. Adesso non vedo, né a livello statale né regionale, un modello, una scatola che possa inquadrare tutto questo gran parlare tra sindaci. Insomma, si chiacchiera. E poi - tuona Ciambetti - a che titolo si muove Variati? È autorevole, certo, ma non può rappresentare gli altri Comuni berici o la Provincia di Vicenza che è ancora portatrice di interessi di area vasta. Per non parlare della Regione che, come dice lo statuto, è delegata a gestire le ipotesi di area vasta ed è ben disposta ad accogliere suggerimenti ed idee nelle sedi deputate. Porto un esempio concreto: arrivo da Arquà Polesine dove con altri sei Comuni si è definita una delibera comune per arrivare alla fusione. Questo è un processo alle battute finali a cui si sta lavorando da oltre un anno: questo è un percorso che va calcolato in ogni dettaglio. Le battute ad uso elettorale del sindaco Variati quindi pesano quel che pesano. L'opportunità va colta? E chi dice di no? Ma va fatto con ordine, pulizia e rispetto delle gerarchie, senza protagonismi strumentali. E soprattutto per il bene dei cittadini e dell'economia dei territori ». IL TRENO. Proprio a nome dello sviluppo, Fracasso è convinto che questa che hanno intrapreso i tre sindaci - Variati (Pd) per Vicenza, Piva (Pdl) per Rovigo, Tosi (Lega) per Verona - sia la strada giusta che permetterà di non perdere un treno già in movimento. «Si deve distinguere - spiega - il percorso di città metropolitana, previsto dalla legge nazionale, da quello di area metropolitana che invece è un'aggregazione che è “meno istituzionale”, ma che permette di essere interlocutori diretti con l'Ue. È lo stesso che sta accadendo in Francia e in Germania. Entro fine mese il Consiglio europeo approverà la nuova programmazione sulle aree metropolitane. Per l'obiettivo “sviluppo strategico” metterà sul piatto 50 miliardi di euro a partire dal 2014. La sfida è quella di restare agganciati a questo trend di sviluppo che vuol dire innovazione. In Veneto siamo sempre stati europeisti a rovescio, solo per criticare. Impariamo ad esserlo anche in modo propositivo, per cogliere le occasioni. Schneck teme l'allontamento delle istituzioni? Ma a costituire le aree metropolitane resteranno i sindaci. E il sindaco è il più vicino riferimento per il cittadino. Solo che così potrà arrivare direttamente in Europa».

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