«Schneck la smetta di fare il provinciale, mettiamo il naso fuori dal
nostro confine e guardiamo all'Europa». E cosa si trova? L'area
metropolitana ViVRò, cioè Vicenza, Verona e Rovigo. È là, a detta del
consigliere regionale Pd, Stefano Fracasso, che si costruiranno «le
strategie per lo sviluppo puntando ad ottenere i fondi che l'Europa
metterà a disposizione. Non è più tempo di barricarsi dietro a rincari
sull'Rc auto o ad altre banalità. La posta in gioco è ben altra»,
attacca Fracasso smontando le dichiarazioni del commissario della
Provincia di Vicenza, Attilio Schneck. L'ex presidente di palazzo Nievo
era intervenuto ieri su Il Giornale di Vicenza bocciando l'ipotesi della
creazione di un Polo Ovest tra Vicenza, Verona e Rovigo avanzata dai
tre sindaci dei Comuni capoluogo, tra cui anche il vicentino Achille
Variati, ricordando che, alla base di questo ragionamento, mancano i
presupposti di efficienza: «La prima conseguenza per i vicentini - aveva
dichiarato - sarebbe l'aumento dell'assicurazione auto (le Province di
Rovigo e Venezia hanno aliquote più alte) e dell'abbonamento studenti
dell'Ftv». Ma Schneck aveva posto l'accento anche su una questione di
ruoli: non sono i sindaci che devono definire queste strategie.
I
RUOLI. Su questo interviene anche l'assessore regionale al bilancio, il
leghista Roberto Ciambetti che non usa mezzi termini: «Che Variati stia
costruendo questa operazione per fini elettorali, ormai è sotto gli
occhi di tutti. Prova ne sia che per arrivare alla costituzione di
un'area metropolitana si debba definire e seguire un percorso a dispetto
di leggi nazionali, se ci sono, o creando e organizzando le tappe
analizzando fattori concreti e trovando soluzioni vantaggiose per tutti:
questo spetta alla Regione. Adesso non vedo, né a livello statale né
regionale, un modello, una scatola che possa inquadrare tutto questo
gran parlare tra sindaci. Insomma, si chiacchiera. E poi - tuona
Ciambetti - a che titolo si muove Variati? È autorevole, certo, ma non
può rappresentare gli altri Comuni berici o la Provincia di Vicenza che è
ancora portatrice di interessi di area vasta. Per non parlare della
Regione che, come dice lo statuto, è delegata a gestire le ipotesi di
area vasta ed è ben disposta ad accogliere suggerimenti ed idee nelle
sedi deputate. Porto un esempio concreto: arrivo da Arquà Polesine dove
con altri sei Comuni si è definita una delibera comune per arrivare alla
fusione. Questo è un processo alle battute finali a cui si sta
lavorando da oltre un anno: questo è un percorso che va calcolato in
ogni dettaglio. Le battute ad uso elettorale del sindaco Variati quindi
pesano quel che pesano. L'opportunità va colta? E chi dice di no? Ma va
fatto con ordine, pulizia e rispetto delle gerarchie, senza protagonismi
strumentali. E soprattutto per il bene dei cittadini e dell'economia
dei territori ». IL TRENO. Proprio a nome dello sviluppo, Fracasso è
convinto che questa che hanno intrapreso i tre sindaci - Variati (Pd)
per Vicenza, Piva (Pdl) per Rovigo, Tosi (Lega) per Verona - sia la
strada giusta che permetterà di non perdere un treno già in movimento.
«Si deve distinguere - spiega - il percorso di città metropolitana,
previsto dalla legge nazionale, da quello di area metropolitana che
invece è un'aggregazione che è “meno istituzionale”, ma che permette di
essere interlocutori diretti con l'Ue. È lo stesso che sta accadendo in
Francia e in Germania. Entro fine mese il Consiglio europeo approverà la
nuova programmazione sulle aree metropolitane. Per l'obiettivo
“sviluppo strategico” metterà sul piatto 50 miliardi di euro a partire
dal 2014. La sfida è quella di restare agganciati a questo trend di
sviluppo che vuol dire innovazione. In Veneto siamo sempre stati
europeisti a rovescio, solo per criticare. Impariamo ad esserlo anche in
modo propositivo, per cogliere le occasioni. Schneck teme
l'allontamento delle istituzioni? Ma a costituire le aree metropolitane
resteranno i sindaci. E il sindaco è il più vicino riferimento per il
cittadino. Solo che così potrà arrivare direttamente in Europa».
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