
venerdì 31 maggio 2013
EUROPA TEDESCA? LE RIFLESSIONI, UTILI, DI ULRICH BECK

giovedì 23 maggio 2013
46.049.QUANDO LA CASA FA DA OSPEDALE
46.059 sono i cittadini veneti che ricevono cure a domicilio contribuite dalla Regione Veneto. Dall'assistenza
domiciliare, all'assegno di cura, dai progetti per la vita indipendente all'assistenza per le gravi disabilità psichiche. Dopo il rischio della sospensione delle risorse destinate a queste prestazioni, in quanto ritenute non rientranti nei Livelli Essenziali di Assistenza, su sollecitazione della commissione sanità la giunta ha adottato un nuovo criterio per l'accesso alle cure domiciliari. Impegnativa di Cura Domiciliare si chiama il nuovo sistema che riforma l'insieme degli interventi rivolti alle cure domiciliari nell'ambito della non autosufficienza. Valgono 101 milioni di euro, non tutti i 126 milioni che rischiavano la sospensione. 46.059 veneti che non fanno notizia, niente grida sui giornali come quando si tocca qualche posto letto in ospedale. Tra questi anche i malati di SLA e colore che richiedono una assitenza continuativa di 24 ore (sono 729 in Veneto). Non ci sono primari qui ma i famigliari e gli assistenti a domicilio, comprese le cosiddette badanti. Un universo sommerso, silenzioso, che merita maggiore attenzione e maggiori risorse. Dai 100 ai 1000 euro al mese, anche qualcosa in più a volte, che fanno la differenza per migliaia di famiglie. Di questo si discute in queste settimane in commisione sanità del Veneto.
domiciliare, all'assegno di cura, dai progetti per la vita indipendente all'assistenza per le gravi disabilità psichiche. Dopo il rischio della sospensione delle risorse destinate a queste prestazioni, in quanto ritenute non rientranti nei Livelli Essenziali di Assistenza, su sollecitazione della commissione sanità la giunta ha adottato un nuovo criterio per l'accesso alle cure domiciliari. Impegnativa di Cura Domiciliare si chiama il nuovo sistema che riforma l'insieme degli interventi rivolti alle cure domiciliari nell'ambito della non autosufficienza. Valgono 101 milioni di euro, non tutti i 126 milioni che rischiavano la sospensione. 46.059 veneti che non fanno notizia, niente grida sui giornali come quando si tocca qualche posto letto in ospedale. Tra questi anche i malati di SLA e colore che richiedono una assitenza continuativa di 24 ore (sono 729 in Veneto). Non ci sono primari qui ma i famigliari e gli assistenti a domicilio, comprese le cosiddette badanti. Un universo sommerso, silenzioso, che merita maggiore attenzione e maggiori risorse. Dai 100 ai 1000 euro al mese, anche qualcosa in più a volte, che fanno la differenza per migliaia di famiglie. Di questo si discute in queste settimane in commisione sanità del Veneto.
domenica 19 maggio 2013
FEDERALISMO FISCALE E PRINCIPIO RESPONSABILITA', IL MINISTRO DEL RIO HA LE IDEE CHIARE

l governo si è preso 100 giorni per mettere mano a un riordino della tassazione sugli immobili che vale 50 miliardi circa.
L'intervista al Ministro Del Rio
venerdì 17 maggio 2013
BASTA IMU, AVANTI CON LA SUPER-IMU
Niente rata di giugno per l'IMU. E' questa la decisione presa dal governo Letta. Esulta Berlusconi che dopo
averla introdotta ora ne rivendica l'abolizione. In realtà mi pare che il governo proceda con una certa prudenza, dettata non solo dalle ristrettezze finanziarie. C'è da capire come si possa assicurare autonomia finanziaria ai comuni senza una tassa sui patrimoni locali. Infatti imposte come l'IMU, o prima l'ICI, esistono in tutti i paesi che riconoscono ai comuni una vera autonomia. Certo, dipende da come viene applicata. Tuttavia per capirne un pò di più vale la pena di leggere le pagine di "Federalismo all'italiana", il libro che Luca Antonini ha pubblicato qualche mese fa e che ho avuto il piacere di presentare a Vicenza. Antonini, docente a Padova di diritto costituzionale tributario, è stato, e forse è ancora, presidente della Commissione Tecnica per l'Attuazione del Federalismo Fiscale. E da tutti, a destra come a sinistra, riconosciuto come uno dei massimi esperti in questo campo e il suo nome è circolato anche per la convenzione per le riforme di cui, però, si è persa traccia. Ebbene cosa ci dice sull'IMU Antonini? Che andrebbe profondamente cambiata, tenendo conto che la Commissione che ha presieduto ha evidenziato come un quarto del patrimonio residenziale degli italiani, pari a 6.335 miliardi di euro, sia concentrato nelle mani del 5% del totale dei proprietari di immobili. Tradotto: il 5% dei proprietari detiene il 25% del patrimonio. Concentrando il prelievo su questo 5%, si potrebbe rimodulare l'intera IMU, esentare le categorie deboli e gli immobili produttivi delle imprese. Antonini l'ha chiamata super-IMU, verrebbe pagata da 21 mila persone fisiche e circa 50 mila imprese, e con un'aliquota dell'1% genererebbe un gettito di 4 miliardi l'anno. Basta con l' IMU quindi, avanti con la super-IMU. Una proposta che la Commisione aveva studiato proprio sul finire del 2012.
Il libro di Antonini non parla, ovviamente, solo di questo. E' un ritratto senza veli sul percorso accidentato del federalismo in Italia, delle sperequazioni di spesa tra regioni e comuni. Un appello perchè si riprenda la strada dell'equità e dell'efficacia della spesa pubblica senza cadere in false scorciatoie (per inciso Antonini considera sbagliata la rivendicazione leghista del 75%), con l'obiettivo che il principio del pago-vedo-voto possa essere concreta realtà anche nel nostro paese.
averla introdotta ora ne rivendica l'abolizione. In realtà mi pare che il governo proceda con una certa prudenza, dettata non solo dalle ristrettezze finanziarie. C'è da capire come si possa assicurare autonomia finanziaria ai comuni senza una tassa sui patrimoni locali. Infatti imposte come l'IMU, o prima l'ICI, esistono in tutti i paesi che riconoscono ai comuni una vera autonomia. Certo, dipende da come viene applicata. Tuttavia per capirne un pò di più vale la pena di leggere le pagine di "Federalismo all'italiana", il libro che Luca Antonini ha pubblicato qualche mese fa e che ho avuto il piacere di presentare a Vicenza. Antonini, docente a Padova di diritto costituzionale tributario, è stato, e forse è ancora, presidente della Commissione Tecnica per l'Attuazione del Federalismo Fiscale. E da tutti, a destra come a sinistra, riconosciuto come uno dei massimi esperti in questo campo e il suo nome è circolato anche per la convenzione per le riforme di cui, però, si è persa traccia. Ebbene cosa ci dice sull'IMU Antonini? Che andrebbe profondamente cambiata, tenendo conto che la Commissione che ha presieduto ha evidenziato come un quarto del patrimonio residenziale degli italiani, pari a 6.335 miliardi di euro, sia concentrato nelle mani del 5% del totale dei proprietari di immobili. Tradotto: il 5% dei proprietari detiene il 25% del patrimonio. Concentrando il prelievo su questo 5%, si potrebbe rimodulare l'intera IMU, esentare le categorie deboli e gli immobili produttivi delle imprese. Antonini l'ha chiamata super-IMU, verrebbe pagata da 21 mila persone fisiche e circa 50 mila imprese, e con un'aliquota dell'1% genererebbe un gettito di 4 miliardi l'anno. Basta con l' IMU quindi, avanti con la super-IMU. Una proposta che la Commisione aveva studiato proprio sul finire del 2012.
Il libro di Antonini non parla, ovviamente, solo di questo. E' un ritratto senza veli sul percorso accidentato del federalismo in Italia, delle sperequazioni di spesa tra regioni e comuni. Un appello perchè si riprenda la strada dell'equità e dell'efficacia della spesa pubblica senza cadere in false scorciatoie (per inciso Antonini considera sbagliata la rivendicazione leghista del 75%), con l'obiettivo che il principio del pago-vedo-voto possa essere concreta realtà anche nel nostro paese.
ARPAV: SIAMO AL LIVELLO DI GUARDIA. LA RISPOSTA TOCCA ALLA GIUNTA
Le audizioni in commissione ambiente del Consiglio Regionale hanno definitivamente chiarito che senza un
intervento straordinario che risolva il peso del debito pregresso l'agenzia rischia il collasso. Un debito, giova ricordarlo, generatosi per le scelte della precedente gestione e ampiamente illustrato dalla commissione di inchiesta istituita dal consiglio. Nonostante in questi ultimi due anni il debito complessivo dell'agenzia sia diminuito di quasi venti milioni di euro, l'esposizione supera i 19 milioni. Il presidente del collegio di revisione dell'agenzia non ha nascosto che se non interviene la giunta con un provvedimento straordinario i pagamenti sono a rischio, compresi gli stipendi. Sorprende ancor più che gli 8 milioni di euro assegnati con l'assestamento di bilancio del 2012 non siano stati trasferiti all'agenzia. In questo quadro, sia il mantenimento delle sedi periferiche (a costo zero, vista la disponibilità dei comuni a mettere a disposizione locali gratuiti), sia il laboratorio di Vicenza vengono sacrificati per ragioni politiche, non economiche. La latente volontà di depotenziare le attività dell'agenzia. Anche la proposta di scorporare le attività meteo, ininfluente sul bilancio regionale complessivo, appare come una ulteriore azione di indebolimento. Ora la risposta è tutta nelle mani della giunta regionale, da cui giungono voci flebili e confuse. O altrimenti interessate.
La rendicontazione presentata dal Direttore Generale dell'ARPAV sui risultati delle azioni previste dal piano strategico 2012-2014.
intervento straordinario che risolva il peso del debito pregresso l'agenzia rischia il collasso. Un debito, giova ricordarlo, generatosi per le scelte della precedente gestione e ampiamente illustrato dalla commissione di inchiesta istituita dal consiglio. Nonostante in questi ultimi due anni il debito complessivo dell'agenzia sia diminuito di quasi venti milioni di euro, l'esposizione supera i 19 milioni. Il presidente del collegio di revisione dell'agenzia non ha nascosto che se non interviene la giunta con un provvedimento straordinario i pagamenti sono a rischio, compresi gli stipendi. Sorprende ancor più che gli 8 milioni di euro assegnati con l'assestamento di bilancio del 2012 non siano stati trasferiti all'agenzia. In questo quadro, sia il mantenimento delle sedi periferiche (a costo zero, vista la disponibilità dei comuni a mettere a disposizione locali gratuiti), sia il laboratorio di Vicenza vengono sacrificati per ragioni politiche, non economiche. La latente volontà di depotenziare le attività dell'agenzia. Anche la proposta di scorporare le attività meteo, ininfluente sul bilancio regionale complessivo, appare come una ulteriore azione di indebolimento. Ora la risposta è tutta nelle mani della giunta regionale, da cui giungono voci flebili e confuse. O altrimenti interessate.
La rendicontazione presentata dal Direttore Generale dell'ARPAV sui risultati delle azioni previste dal piano strategico 2012-2014.
sabato 11 maggio 2013
DISCARICA VIANELLE: I CITTADINI MERITANO LA VERITÀ

IUS SOLI TEMPERATO. IN TEMPI NON SOSPETTI

Napolitano, lo Ius
soli e i conti della serva
"No
Taxation without Representation" fu utilizzato nel 1775 dalla
Virginia per sancire l'illeggittimità delle tasse nelle situazioni in cui era
assente la rappresentanza parlamentare dei cittadini. Era lo slogan dei coloni
inglesi in terra americana nei confronti della Corona. Un vecchio e sano
principio liberale quindi. Come il principio dello Ius soli, richiamato dal Presidente Napolitano. Ma apriti cielo, i
leghisti annunciano barricate, “ è l’anticamera del diritto di voto”, gridano.
Eppure….I cittadini stranieri residenti in Italia hanno dichiarato nel 2009
redditi per 40 miliardi di euro, secondo un recente, e interessante, rapporto
della Fondazione Leone Moressa. Si tratta in massima parte di redditi da lavoro
dipendente e pertanto soggetti agli oneri fiscali di tutti gli altri
lavoratori. 6 miliardi di versamenti Irpef sono venuti da questi “redditi
stranieri” (ecco la Taxation), senza contare gli altri oneri sociali, come i
contributi Inps. Come noto questi stessi cittadini non hanno nessun diritto di
“Representation”.
Veniamo ora al riconoscimento della cittadinanza ai giovani
stranieri nati e cresciuti in Italia. Essendo il nostro un paese dove i sani
principi civili faticano ad affermarsi, vediamo la questione dal lato
economico. Secondo
martedì 7 maggio 2013
INACCETTABILE COMMISSARIAMENTO IPAB VICENZA: È UNA MOSSA ELETTORALE
L’Assessore regionale Sernagiotto ha scritto oggi una brutta pagina del suo mandato. La decisione
della Giunta regionale di procedere al commissariamento dell’Ipab di Vicenza è inaccettabile e ingiustificata. Inaccettabile nei modi e ingiustificata nei contenuti.
Per lucrare un miserabile vantaggio elettorale si rischia di infangare anche la rispettabilità di persone perbene come i componenti dell’attuale consiglio di amministrazione. La decisione della Regione ha il sapore di un atto strumentale, che a dispetto di quanto proclamato dall’Assessore, sembra dettato dalla volontà di ritorsione contro una Ipab non allineata al vertice politico regionale, più che dalla reale preoccupazione per il bene di questo ente e degli anziani assistiti. La scelta di procedere ad un commissariamento, un atto straordinario di cui non si vedono francamente i presupposti, tradisce anche una fretta assai sospetta, che mi pare abbia spiegazioni di natura più politico-elettorale che di natura amministrativa.
Quelle citate dal comunicato della Giunta son ben altro che irregolarità. La relazione del servizio ispettivo evidenzia chiaramente la pesantissima eredità negativa lasciata dalla precedente gestione, cui l’Amministrazione Variati ha cercato di porre rimedio. Quanto ai dubbi sulla sostenibilità finanziaria dell’Accordo di Programma, delle due l’una: se la Regione ritiene insostenibile un’intesa di cui è firmataria, dovrebbe chiederne la revisione, anziché addossare al vertice dell’Ipab colpe non sue.
Quelle citate dal comunicato della Giunta son ben altro che irregolarità. La relazione del servizio ispettivo evidenzia chiaramente la pesantissima eredità negativa lasciata dalla precedente gestione, cui l’Amministrazione Variati ha cercato di porre rimedio. Quanto ai dubbi sulla sostenibilità finanziaria dell’Accordo di Programma, delle due l’una: se la Regione ritiene insostenibile un’intesa di cui è firmataria, dovrebbe chiederne la revisione, anziché addossare al vertice dell’Ipab colpe non sue.
E, citando le parole del segretario cittadino del Partito Democratico Enrico Peroni, "il commissariamento di IPAB da parte della Giunta Regionale del Veneto è un chiaro esempio di come la destra vicentina governa e vuole governare, basandosi sull'uso delle istituzioni a fini personali e per la costruzione di un sistema di potere. È la vecchia politica che ruggisce dopo 5 anni di buongoverno di Vicenza”.
venerdì 3 maggio 2013
PEDEMONTANA: BUCO DI 330 MILIONI, LA GIUNTA A CHI SI AFFIDA?
Il cantiere della Pedemontana? Siamo di fronte ad un caso quasi più unico che raro di opera lanciata
senza copertura finanziaria. Mancano 330 milioni di euro e la Giunta si affida alla “speranza” della defiscalizzazione. In qualità di vicecapogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale del Veneto ho rivolto alla Giunta Regionale con due interrogazioni per chiedere chiarezza a riguardo.
Le questioni gravi qua sono almeno due. La prima è che non si capisce come la Giunta intenda affrontare il buco dei 330 milioni di euro mancanti al piano finanziario dell’opera, buco che al momento blocca l’accordo con le banche. E poi come si pensa di rispondere alle aziende artigiane che aspettano di essere pagate dal luglio scorso e sono da mesi senza certezze.
La Pedemontana era stata l’ennesima occasione di celebrare le virtù del project financing, ma se questi sono i frutti di questo strumento c’è di che preoccuparsi. E l’ipotesi di affidarsi alla defiscalizzazione per coprire un ammanco da centinaia di milioni di euro non è seria. Con priorità nazionali come la riduzione dell’Imu, il blocco dell’aumento dell’Iva e le risorse da stanziare per gli esodati, in Veneto qualcuno si affida alla defiscalizzazione sperando che possa essere la panacea capace di risolvere tutti i nodi. Non è serio.
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