mercoledì 4 settembre 2013

ACQUE DEL CHIAMPO E IL FALLIMENTO, POLITICO, DI ARZIGNANO

Acque del Chiampo è la più importante società di servizi pubblici locali dell'ovest-vicentino. Assicura la
fornitura dell'acqua potabile a circa 100.000 cittadini, provvede a depurarne i reflui. E' impegnata in un programma di risanamento ambientale di valenza nazionale, un Accordo  di Programma  con il Ministero dell'Ambiente e la Regione Veneto del valore di 90 milioni di euro, è il "polmone" idrico del più grande distretto della concia d'Europa. In questi giorni i dieci comuni soci si apprestano a modificarne lo statuto prevedendo l'introduzione dell'amministratore unico. A un passaggio così rilevante e delicato il comune capofila, Arzignano, da sempre l'amministrazione di riferimento su questo ambito per tutto l'ovest-vicentino, si presenta in completo isolamento. Sia rispetto agli altri comuni che  non condividono le proposte di modifica, sia rispetto alle rappresentanze economiche, che ieri hanno duramente criticato l'operato dell'amministrazione arzignanese. Arzignano arriva così all'appuntamento avendo esaurito ogni capacità di leadership sull'area, non sapendo coinvolgere, rappresentare, fare sintesi, della complessità amministrativa ed economica del territorio. Nessuno si fida più di Arzignano, tanto che gli altri comuni chiedono modifiche di commi e codicilli per tentare di salvare un briciolo di concertazione, di capacità di controllo sulla società. Ma non ci sono codicilli che possano restituire la fiducia dilapidata in questi anni da Arzignano. E questo voler fa da sè e per sè del comune di Arzignano ha forse dato qualche risultato? La soluzione del trattamento fanghi si è allontanata e ha creato solo divisioni tra  i comuni, l'integrazione degli impianti di Arzignano e Montebello si è persa nelle nebbie padane, i rapporti con le categorie economiche sono lacerati. Ha prevalso la logica della prevaricazione e le candidature per l'amministratore unico fanno rimpiangere, è quasi un paradosso, i tempi in cui furono proposti il senatore Filippi e l'europarlamentare Sartori (anche questa tutta opera degli amministratori arzignanesi)! La modifica dello statuto certifica il fallimento politico di Arzignano, la sua incapacità di essere guida e sintesi delle necessità economiche, sociali, ambientali dell'ovest-vicentino. Assisteremo a un colpo di reni nell'assemblea dei sindaci o anche Acque del Chiampo cadrà vittima delle logiche spartitorie arzignanesi? Attendiamo trepidanti.

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