lunedì 25 ottobre 2010

UNA RIFLESSIONE SUI FLUSSI DI IMMIGRATI DOPO LE DICHIARAZIONI DI ANGELA MERKEL

Le dichiarazioni del cancelliere Angela Merkel sul fallimento delle politiche immigratorie tedesche sono state raccolte dalla politica veneta e non solo. Dal presidente Luca Zaia al sindaco di Thiene Maria Rita Busetti non sono mancate le rapide conclusioni: stop ai flussi. Ma si sa: la fretta è cattiva consigliera. Ed è il caso quindi di ricordare a entrambi alcune semplici verità.
La prima: i flussi sono bloccati dal 2007. Risale a quell'anno infatti l'ultimo decreto per le quote di lavoratori non stagionali. Da allora sono state autorizzate solo quote per lavoratori stagionali, con il beneplacito delle Regioni a guida leghista e del Ministro dell'Interno Maroni. A questa si è aggiunta la regolarizzazione delle cosiddette "badanti". Quindi: perché si vuol far credere necessario uno stop che è già avvenuto? Perché strillare tanto quando dal 2007 i flussi sono di fatto bloccati?
Secondo: è il caso di ricordare che le politiche immigratorie tedesche si sono fondate sull'idea del
Gastarbeiter, il lavoratore ospite, cioè sul principio che chi entrava in Germania lo poteva fare perché necessario all'industria tedesca. E vi sarebbe rimasto in quanto "ospite" appunto; appena quella necessità di manodopera fosse cessata l'ospite sarebbe ripartito. La Germania gestì questi flussi attraverso accordi bilaterali con alcuni Paesi, il primo dei quali nel 1955 fu siglato proprio con l'Italia. Sono infatti oltre seicentomila gli italiani residenti in terra tedesca. Vennero poi altri accordi bilaterali il più importante dei quali fu quello con la Turchia del 1961. Se accettiamo il fallimento delle politiche tedesche dovremmo di conseguenza riflettere sul possibile fallimento di quelle italiane che si ispirano a quel modello. I flussi e il permesso di soggiorno in Italia sono legati al contratto di lavoro, e quindi di fatto anche in Italia lo straniero è un "lavoratore ospite". E si sa che un ospite invitato a cena non aiuta a sparecchiare la tavola e tanto meno a lavare i piatti.
Considerare gli stranieri "ospiti per lavoro" è il principale motivo del fallimento denunciato dalla Merkel, perché una comunità di "ospiti" non diventa mai una comunità di cittadini; l'ospite non si farà mai carico pienamente dei destini della società ospitante. I tedeschi pensavano che sarebbero arrivate braccia in prestito e si sono ritrovati persone con un progetto di vita. Non è quello che sta succedendo in Italia?
Di fronte alle considerazioni della Merkel, quindi, più delle recriminazioni sui flussi, già bloccati, varrebbe una seria revisione della nostra legge sull'immigrazione e sui modi e gli strumenti per far diventare gli stranieri da ospiti a cittadini, persone che si assumono fino in fondo la responsabilità del destino della società in cui vivono, diritti e doveri compresi. Per esempio che ne sarà degli oltre seicentomila studenti stranieri presenti oggi nelle nostre scuole, al compimento del diciottesimo anno di età? Li faremo attendere altri anni ancora per decidere se diventare cittadini italiani o rimanere "ospiti per lavoro"? Quanto prima li faremo diventare cittadini italiani tanto più difficile sarà per loro sfuggire alla necessità di assumersi gli obblighi verso la comunità italiana di cui fanno parte. A questo dovrebbe servire un ragionevole dibattito sulla questione sollevata dalla Merkel, altrimenti tra qualche anno ci ritroveremo a dire le stesse cose della nostra attuale legge sull'immigrazione.
Intervento sul Giornale di Vicenza del 25 ottobre 2010


2 commenti:

  1. Caro prof.,
    sono parole al vento.
    Nessuno dei suoi fans la segue, nè commenta i suoi interventi. Probabilmente li subiscono pedissegnamente o, meglio, supinamente. Ma non tema: al momento delle elezioni si sveglieranno!
    Non deve essere bello fare politica in questo modo. Una crocetta fatta sulla scheda diventa una delega di menefreghismo.
    L'unica cosa valida che emerge dalla sua azione partecipativa regionale è la proposta di ridurre gli stipendi ai consiglieri. Lei dovrebbe precisare -in tutta onestà- se il lavoro che sta facendo vale di più di quello di insegnante liceale.
    Tanto per capire, anche, se la scuola vale più della politica. Di questa politica !!!
    Auguri.

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  2. E' il momento di attaccare il berlusca.
    Dai che ce la facciamo.

    Non ci resta altro per sentirci vivi.
    Le discussioni, i dibattiti su questa rubrica sono MORTI!!!!!
    Censura!!!!

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