martedì 18 ottobre 2011

IN MEMORIA DI ANDREA ZANZOTTO

Le parole possono unire mondi lontanissimi. Ricordo con grande commozione il recente incontro con Andrea Zanzotto, scomparso oggi a meno di due settimane dal suo 90° compleanno.
Non ero l’unico ad averlo ascoltato ancora una volta in occasione del suo 90° compleanno proprio pochi giorni fa. È stato un saluto ricco d’emozioni: lui impassibile e semplice anche davanti alle numerose autorità della nostra terra che hanno voluto salutare i novant’anni di un uomo che ha segnato in punta di penna la cultura della nostra terra.
La sua lunga indagine sul microcosmo di Pieve di Soligo, del Montello, delle sfumature dei colori e della lingua in cui è nato è stata in realtà un viaggio dentro le trasformazioni del paesaggio, del linguaggio, delle coscienze. Un viaggio aperto alle contaminazioni del macrocosmo, delle scienze esatte come di quelle umane".
Oggi, su richiesta del presidente del Consiglio Regionale Clodovaldo Ruffato, ho letto un testo del poeta in apertura della seduta dedicata alle votazioni finali sul nuovo statuto del Veneto. Dopo il ricordo del poeta, a cui il Consiglio aveva poche settimane fa conferito il Leone d'oro del Veneto, ho letto in aula De Senectute, uno degli ultimi testi di Zanzotto. La sua voce antica ci accompagnerà ancora, nonostante tutto.

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