martedì 8 novembre 2011

ALLUVIONI COSA FARE? LA LETTERA APERTA INVIATA AL PRESIDENTE ZAIA

L’occasione del primo anniversario della disastrosa alluvione del 2 Novembre 2010 ha riproposto con forza il tema della prevenzione del rischio idraulico nel nostro Paese e nel nostro Veneto in modo particolare.

L’analisi impietosa ci dice che il nostro territorio a seguito dei mutamenti climatici e ell’irrazionale sviluppo urbanistico è in una condizione di estrema fragilità.

Quanto accaduto in Toscana e in Liguria in questi giorni ne è l’ennesima conferma.

Le risorse necessarie a livello nazionale per fare gli interventi per mettere in sicurezza il Paese sono stimate nell’ordine di circa 44 miliardi ( che tendono ovviamente a crescere ogni anno che passa).

Nell’anno successivo al disastro Veneto le disponibilità da parte del Governo nazionale sono state ridotte a zero (0): peggio. il Governo ha deliberato nel famoso Decreto Milleproroghe che, nel caso di nuove calamità, saranno le Regioni colpite che dovranno applicare aumenti di imposizione fiscale per affrontare i danni provocati ai propri cittadini.

Al Veneto almeno lo scorso anno sono arrivate le risorse per pagare (in parte ) i danni avuti: ma continuare a pagare i danni dopo vuol dire buttare i soldi in un pozzo senza fine di sprechi (oltre al doloroso capitolo delle vite spezzate che questi aventi portano sempre con loro).

Ma quello che è altrettanto chiaro e drammatico che non c’è un Euro per affrontare il piano di prevenzione da 2,7 miliardi euro che i tecnici hanno messo a disposizione della politica ormai da anni. Non serve a nulla ora stare a recriminare sui motivi che hanno impedito a chi aveva il Governo del Paese e della Regione ( questa da sempre alla stessa parte politica) di mettere le risorse quando ce ne erano.

Diciamo però che non ci si può limitare come fa il Presidente della Commissione attività Produttive della Camera Manuela Dal Lago che i soldi non ci sono.

Bene hanno fatto i Sindaci delle zone alluvionate con Variati in testa a dire che la prevenzione del rischio idraulico può diventare in questa congiuntura un elemento strategico anche per il rilancio dell’economia.

Ma allora che fare?

Se siamo d’accordo che il territorio, i beni delle famiglie e delle imprese sono un patrimonio da salvaguardare secondo solo forse alla salute delle persone, allora una grande Regione come il Veneto deve affrontare la questione delle risorse smettendo di fare proclami e dicendo dove le trova.

Il Presidente Zaia parla di responsabilità e oneri di fronte ad un nuovo patto con la comunità.

Bene, smettiamo di parlare di polizze contro le alluvioni caro Presidente ( cosa peraltro impossibile) e faccia il federalista sul serio e abbia il coraggio di applicare una tassa di scopo per finanziare un grande piano per la prevenzione del rischio idraulico nella nostra Regione. Di fronte ad impegni e progetti concreti sono convinto che i cittadini Veneti capirebbero la posta in gioco.

Si definiscano tempi e modi di applicazione subito: noi saremo disponibili ad un confronto che tenga conto della capacità contributiva, dell’area territoriale e delle proprietà. Con un piano serio siamo convinti arriveranno altre risorse ( ad esempio dalla Comunità Europea).

E allora non solo metteremo i Veneti al sicuro dal rischio idraulico ma daremo un sostanziale contributo a ristabilire un rapporto di maggior fiducia tra cittadini e istituzioni.

RODOLFO VIOLA, COMMISSIONE AMBIENTE E LAVORI PUBBLICI DELLA CAMERA

STEFANO FRACASSO, COMMISSIONE AMBIENTE REGIONE VENETO

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