Il fatto che SIMEST, una società pubblica che assiste le imprese italiane nelle loro attività all’estero, possa aver concesso finanziamenti a prodotti che vanno considerati come “taroccati” è una vergogna sulla quale bisognerebbe sollevare il velo e indagare a fondo. È anche il sintomo che qualcosa non funziona nel sistema dei finanziamenti e dei controlli: le sigle di tutela dei nostri prodotti agroalimentari sono garantire dai disciplinari che vincolano i produttori e dovrebbero garantire la qualità del prodotto. Succede poi che Simest, una società essenzialmente finanziaria, promuove le operazioni di joint venture tra imprese italiane e straniere e che dall’estero ci tornano indietro prodotti agroalimentari cosiddetti Italian sounding, che possiamo ben definire contraffazioni. Stiamo parlando di esempi resi noti dalle cronache come “l’Asiago cheese” americano o il “Camerlot rumeno”, imitazione del nostro vino Merlot.
La tutela del prodotto ha due significati che vanno ribaditi: da una parte si garantisce la produzione di nicchia e dall’altra si conserva la qualità del prodotto. In Italia solo una percentuale bassissima di persone conosce il valore dei marchi di tutela, ciò significa che bisogna fare di più o cambiare strategia. Il prosecco è uno dei prodotti più falsificati, ma il consorzio di tutela ha condotto una battaglia senza quartiere contro le falsificazioni. Parliamo però di un prodotto conosciuto in tutto il mondo e che produce un volume d’affari considerevole. L’Italia è piena di prodotti minori, ma di qualità altissima, che rischiano di scomparire se non si garantisce loro un riconoscimento di “unicità” e tutela”.
Non possiamo affidare la sicurezza del made in Italy alla sola azione repressiva della giustizia come chiede l’assessore Manzato, è necessario avviare un percorso nuovo, dove tutela e garanzia del prodotto nascono dal riconoscimento del legame tra prodotto e territorio su basi certe.

Nessun commento:
Posta un commento