A stretto giro di posta, come si suol dire, è arrivata la replica dell'assessore regionale del Veneto alle
infrastrutture Renato Chisso alle dichiarazioni della nuova Presidente del Friuli.
"Se il buon giorno si
vede dal mattino, allora ci attendono pessime giornate con la nuova
presidente Serracchiani, che evidentemente considera il Veneto alla
stregua di un protettorato del Friuli Venezia Giulia, per cui lei mette
bocca su tutto per tutti. Beh, mi spiace deluderla: per i veneti
decidono i veneti" esordisce Chisso sul Corriere del Veneto.
Serracchiani dice che per colpa del Veneto, ed in particolare della sua
insistenza sul «tracciato balneare », si è perso tempo nella costruzione
della Tav tra Venezia e Trieste.
«I tracciati non c’entrano nulla, la
Tav è bloccata perché mancano i fondi. Lo Stato non ha soldi. Prova ne
sia che prima della Venezia-Trieste, su cui potremmo pure discutere
visto che per il Veneto è altrettanto interessante lo sbocco a Nord,
verso Vienna, il governo deve sciogliere il nodo della Verona-Padova che
è, in una parola, ferma».
Lei insiste sul tracciato lungo le spiagge? «Voglio che l’Alta
Capacità/ Alta Velocità si faccia e sono aperto a qualsiasi soluzione.
So che il commissario Mainardi sta lavorando sull’affiancamento alla
linea esistente (Serracchiani è favorevole, ndr.),
un’ipotesi che ha però di fronte a sé un ostacolo che mi pare
insuperabile, vista la scarsità di risorse: come verrebbero bypassati i
paesi attraversati dall’allargamento dei binari? Dove si troverebbero i
soldi per le gallerie? Oppure pensano di sventrare i centri abitati?
Come si vede il problema è complesso e si risolve con difficili
mediazioni, non con battute estemporanee come quelle della presidente».
Tornando per un attimo sui binari, si deve perdere ogni speranza di vedere in funzione il sistema metropolitano Smfr?
«I lavori proseguono senza sosta, basta leggersi le delibere. Abbiamo
chiuso con Rfi l’accordo sull’orario cadenzato, tra giugno e settembre
arriveranno i nuovi convogli… ».
Ma a giugno non doveva partire il servizio cadenzato? «E’ slittato tra settembre e novembre».
Intanto le autostrade si svuotano. Ha ancora senso continuare a
costruirne, dalla Pedemontana alla Nogara Mare passando per la nuova
Valsugana e la Valdastico Nord? «Dio ci scampi da un ragionamento
del genere, ci riporta indietro di vent’anni, alle opere bloccate per
legge. La crisi, e con essa la riduzione dei flussi di traffico, non
sarà infinita e quando l’Italia ripartirà non possiamo farci trovare
impreparati. Sarebbe catastrofico ».
E le opere, nonostante le inchieste, si devono sempre fare in project financing. «Se si vogliono fare, sì. Altrimenti mi dicano dove trovare i soldi».
Come volevasi dimostrare. Per il Veneto le logiche non sono cambiate.
sabato 27 aprile 2013
giovedì 25 aprile 2013
SERRACCHIANI: SULLA TAV CHISSO HA PERSO TEMPO
Dopo il mio intervento di ieri , oggi il Corriere del Veneto intervista la nuova presidente del Friuli sulle infrastrutture e i rapporti con il Veneto. Ecco il testo
La neo governatrice Pd parla dei rapporti tra le due regioni e non
risparmia frecciate. I piani per Euregio, porti, turismo: «Adesso
incontro Zaia»
VENEZIA — Duemila voti che
cambiano tutto. Il governo regionale del Friuli Venezia Giulia che con
Debora Serracchiani muta radicalmente colore politico e i rapporti con
le regioni confinanti, soprattutto il Veneto.Presidente Serracchiani, ora che gli equilibri sono diversi come cambierà il coordinamento sulla Tav?
«In meglio visto che finora un vero coordinamento è mancato con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. La causa è dovuta all'insistenza del vostro assessore Renato Chisso sul tracciato Venezia-Trieste sulle spiagge. Ma la Tav, per come l'abbiamo conosciuta, non esiste più: dobbiamo puntare sul possibile, cioè sulla quadruplicazione della linea ferroviaria e sull'eliminazione dei colli di bottiglia».
E sulle altre grandi infrastrutture come, per esempio, la Terza Corsia?
«La terza corsia è un punto dolente per il Friuli Venezia Giulia. Le scelte della giunta di centrodestra appena caduta hanno determinato uno stallo preoccupante. Penso che sia interesse anche del Veneto avere collegamenti stradali più efficienti anche verso Est, per cui quando tratteremo col governo per il cofinanziamento dell'opera, confido che troveremo sostegno a Palazzo Balbi».
Trieste e Venezia però non collaborano. Sono spesso in competizione tra loro anche sul traffico portuale.
«Rubarsi i traffici è uno spreco di risorse. Nel mondo globale bisogna lavorare su un progetto comune e iniziare a specializzarsi per mettere sul mercato tutta la portualità dell'Alto Adriatico. Per ragioni diverse, finora non è accaduto. Lavorerò perché si vada in questa direzione, a
mercoledì 24 aprile 2013
IL NORDEST SECONDO SERRACCHIANI
La vittoria di Debora Serracchiani è una svolta politica per
il Friuli Venezia Giulia, ma può essere un’occasione da cogliere per il Veneto
e per il Nordest nel suo complesso. Pochi tra i commentatori di queste elezioni
friulane hanno richiamato il suo programma. Ormai elezioni e programmi sembrano
essere diventati due estranei. Eppure la Serracchiani nel suo propone una
direzione precisa: un Nordest più integrato con il resto d’Europa, più
coordinato a livello interregionale, che sceglie su che fronti concentrare le
sempre più scarse risorse pubbliche disponibili, con l’ambizione di un modello
di sviluppo più moderno e sostenibile.
Qualche esempio? “…non parliamo più di TAV, per carenza dei
finanziamenti e per l’assenza di una politica integrata del trasporto
transalpino… va invece sollecitata una unitarietà di impostazione e di gestione
tecnica tra Governo, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Comuni”. E ancora dice di
prevedere interventi di “..quadruplicamenti ad alta capacità per lotti
funzionali e/o ristrutturazione di parti di linea esistenti”. Niente cantieri
immaginari quindi ma potenziamento della
rete ferroviaria e impegno per intercettare le direttrici di traffico dei
corridoi europei, in particolare il Corridoio Baltico-Adriatico. Una scelta netta per incentivare il più
possibile le forme di mobilità su rotaia, sia a livello di traffico passeggeri
sia a livello di traffico merci.
mercoledì 17 aprile 2013
NON SIA L'AMBIENTE, E LA SALUTE DEI VENETI, A PAGARE I DEBITI DI ARPAV

venerdì 12 aprile 2013
SPENDING REVIEW ANCHE PER I CONTRATTI DI PROJECT FINANCING

luglio e ad agosto del 2012. L 'altro ieri in aula è arrivata la risposta dell’Assessore Coletto.
Avevo chiesto all’Assessore di
chiarire se la riduzione del 5% della spesa per le forniture della
sanità imposta dalla Spending Review del Governo Monti riguardasse o
meno anche i costi connessi a servizi dei project financing. Valutavo paradossale che si applicasse immediatamente il taglio del 5% perfino a certi servizi sociosanitari, poi rimediata grazie a una vasta mobilitazione, e non si toccassero le rendite dei canoni per servizi dei project in sanità. Dopo qualche mese di attesa l'assessore ha chiarito che la spending si applica anche ai contratti di concessione e project. A questo punto ci
aspettiamo che la direzione dell’Ulss 4 passi ai fatti, provvedendo
immediatamente alla revisione degli impegni di spesa previsti per i servizi (pulizie, lavanolo, ristorazione, energia......) dal
project dell’Ospedale di Santorso.
Nella risposta alle interrogazioni si dice che l’Ulss 4 ha
per il momento avviato un tavolo di consultazione
con i soggetti interessati dalla problematica. Ora è tempo di agire con i tagli previsti dalla legge.
venerdì 5 aprile 2013
PORTIAMO LA TAV FUORI DALL'IDEOLOGIA

È bene partire da alcuni dati di fatto. Il primo è
che la Val di Susa è lontana. Se vogliamo parlare della Tav per il
Veneto dobbiamo farlo pensando alla realtà concreta della nostra
regione.
Non possiamo cadere nell’errore di dividerci in base a logiche di
schieramento inutilmente politicizzate.
Il secondo dato di fatto riguarda il grado di
utilizzo dell’attuale rete ferroviaria del Veneto centrale. Tra Verona e
Padova, ad oggi, è libero ancora un 50% delle tracce di transito:
significa che si può potenziare l’offerta, anche con treni veloci, senza
dover costruire tracciati ad hoc. Da Padova a Venezia la linea è già a
quattro binari. Il terzo dato di fatto è che non si vedono all’orizzonte
istituzioni o attori privati in grado di sostenere con certezza di
ritorno economico un investimeni dell'ordine di tre o quattro miliardi
di euro, come quello richiesto da una nuova linea ad alta velocità. Pure
la ricca Svizzera ha scartato il project financing per la ferrovia.
Il quarto dato di fatto è che, con un investimento
assai più contenuto, nei costi e nell’impatto ambientale, si potrebbe
procedere in tempi brevi a sistemare i cosiddetti "colli di bottiglia",
come la linea dei bivi intorno a Mestre. Dare finalmente una direttrice
adeguata per il traffico merci su ferro e nei prossimi dieci anni
procedere al quadruplicamento della Verona-Padova, con grandi benefici
sul miglioramento del servizio, anche per i treni veloci.
Facciamo quindi uscire l'Alta Velocità dai
pregiudizi ideologici, la politica deve attivamente scegliere di
incentivare la mobilità su rotaia, dopo decenni in cui ha puntato solo a
sviluppare quella su gomma. Credo però che il Veneto
rischi di impantanarsi in una discussione astratta su ipotesi fuori
portata, mancando nel
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