venerdì 5 aprile 2013

PORTIAMO LA TAV FUORI DALL'IDEOLOGIA

 "Autostrade svuotate dalla crisi" titolava questo giornale qualche giorno fa. E treni regionali sovraffollati e in
perenne ritardo, aggiungo da utente quotidiano delle ferrovie regionali.La crisi mette all'ordine del giorno un tema importante, per non dire strategico, quello  della mobilità. Ecco perché merita che la politica si confronti sulle opzioni in campo con pragmatismo e concretezza, senza inutili parate ideologiche.
È bene partire da alcuni dati di fatto. Il primo è che la Val di Susa è lontana. Se vogliamo parlare della Tav per il Veneto dobbiamo farlo pensando alla realtà concreta della nostra regione. Non possiamo cadere nell’errore di dividerci in base a logiche di schieramento inutilmente politicizzate.
Il secondo dato di fatto riguarda il grado di utilizzo dell’attuale rete ferroviaria del Veneto centrale. Tra Verona e Padova, ad oggi, è libero ancora un 50% delle tracce di transito: significa che si può potenziare l’offerta, anche con treni veloci, senza dover costruire tracciati ad hoc. Da Padova a Venezia la linea è già a quattro binari. Il terzo dato di fatto è che non si vedono all’orizzonte istituzioni o attori privati in grado di sostenere con certezza di ritorno economico un investimeni dell'ordine di tre o quattro miliardi di euro, come quello richiesto da una nuova linea ad alta velocità. Pure la ricca Svizzera ha scartato il project financing per la ferrovia.
Il quarto dato di fatto è che, con un investimento assai più contenuto, nei costi e nell’impatto ambientale, si potrebbe procedere in tempi brevi a sistemare i cosiddetti "colli di bottiglia", come la linea dei bivi intorno a Mestre. Dare finalmente una direttrice adeguata per il traffico merci su ferro e  nei prossimi dieci anni procedere al quadruplicamento della Verona-Padova, con grandi benefici sul miglioramento del servizio, anche per i treni veloci.
Facciamo quindi uscire l'Alta Velocità dai pregiudizi ideologici, la politica deve attivamente scegliere di incentivare la mobilità su rotaia, dopo decenni in cui ha puntato solo a sviluppare quella su gomma. Credo però che il Veneto rischi di impantanarsi in una discussione astratta su ipotesi fuori portata, mancando nel
frattempo la realizzazione di obiettivi più concreti e raggiungibili. Le risorse sono scarse: concentriamole sulle misure realizzabili in tempi rapidi e con benefici concreti. Prima di tutto investire  sull’ampliamento e sul rinnovo dei treni destinati al servizio per i pendolari. Questo va fatto e va fatto subito. Poi dare concretezza alla visione di una rete metropolitana interconnessa: che non significa solo migliorare il servizio dei pendolari, ma anche collegare la rete ferroviaria ai poli aeroportuali. E assicurare che i milioni di container in arrivo al porto di Venezia non finiscano, ancora, per strade e autostrade ma trovino binari disponibili per raggiungere il nord Europa.

Anni di discussioni sulla TAV non sono riusciti a concretizzare passi avanti effettivi. Forse alcune scelte mirate e una politica di piccoli passi possono portarci un po’ più lontano.

intervento pubblicato oggi sul Corriere del Veneto

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