mercoledì 17 aprile 2013

NON SIA L'AMBIENTE, E LA SALUTE DEI VENETI, A PAGARE I DEBITI DI ARPAV

La Commissione d'Inchiesta del Consiglio Regionale ha da poco concluso i lavori sulla situazione dell'ARPAV (il testo della relazione finale al  link ). Dopo la lettura dell'approfondita relazione alcune conclusioni si possono comunque fare. Per almeno un quinquennio (2005-2010) Arpav si era trasformata in una Agenzia Regionale Per l'Aquisto di cosa Ventura ( nel senso di acquisto di cosa futura). Si legge nella relazione "Dall'analisi dei bilanci di esercizio risulta che l'agenzia effettuò, tra il 1999 e il 2010, investimenti per 126,7 milioni di euro, dei quali oltre il 57% (72,4 milioni) imputabili a fabbricati". Ma sottolinea ancora la relazione "...il sostenuto incremento esibito nelle spese di investimento per immobili a partire dall'anno 2008...". E gli investimenti effettuati tra il 2008 e il 2010..."rappresentano solo una piccola parte di quelli originariamente previsti dall'allora Direttore generale e illustrati nel piano di investimenti approvato con delibera del 23 maggio 2008, nel quale erano previste spese per quais 80 milioni di euro". Piano peraltro che non risulta sia stato mai approvato dalla Giunta Regionale. Ma cosa accadde quindi tra il 2008 e il 2009? ARPAV procedette all'acquisto di tre nuovi sedi, Treviso, Vicenza e Belluno, per un importo complessivo di oltre 38 milioni. Solo Treviso costò alla fine 22 milioni di euro. Ma l'agenzia affrontò impegno "immobiliare" facendo ricorso in larga parte all'autofinanziamento, o pensando di poter far ricorso all'autofinanziamento, sottoponendo il bilancio corrente a crescenti oneri passivi, tale da portarla a un passo da default finanziario. Singolare che in tutte e tre le operazioni si stato utilizzato la procedura della "compravendita di cosa futura", una modalità che evita la gara ad evidenza pubblica, ed
espone a minori garanzie l'acquirente pubblico, in questo caso ARPAV stessa. Le attività immobiliari non sono state le uniche responsabili del dissesto, pure il global service e la gestione del personale mostrano dinamiche non pienamente gestite. Ma non c'è dubbio che in passato si è fatto più l'agenzia immobiliare che ambientale. Ora però si vorrebbe far pagare questi errori, e questi debiti, all'attività dell'agenzia, alla protezione dell'ambiente e della salute quindi. E alle professionalità che la rendono, ancora, possibile. Quest'ultima parte nella relazione non c'è, ma serve far ogni cosa perchè ciò non succeda.


2 commenti:

  1. Ok ..!! il discorso non fa una piega, e soprattutto, fa presente le ..(si possono chiamar disfunzioni altrui..? non del PD)..

    Ma il PD ...,ora a Roma... di quanta sbranina a bisogno..

    Non è che, a propria volta , a forza di guardare pagliuzze.. negli occhi delgli altri, si sia dimenticato ... di qualche trave...?

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  2. Onde evitar.. possibili equivoci., I phanni (panni.. , l'h è alla toscana).. I PANNI SPORCHI...si lavano in famiglia.

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