sabato 11 maggio 2013

IUS SOLI TEMPERATO. IN TEMPI NON SOSPETTI



Nel novembre del 2011 una frase del Presidente Giorgio Napolitano sollevò ampio dibattito sul diritto di cittadinanza ai giovani stranieri.  Sembrava vicina la possibilità che la proposta di legge del deputato PD Andrea Sarubbi, firmata anche da parlamentari del PDL, potesse far fare un passo avanti ai diritti civili in Italia. La proposta Sarubbi prevedeva uno ius soli temperato, legato al compimento del ciclo scolastico dell'obbligo. Sappiamo come andò a finire. Ora il ministro Kynge è tornato sull'argomento e le reazioni non sono mancate. Particolarmente arretrate, e questo mi ha sorpreso, quelle di Grillo.  Di seguito l'intervento che avevo scritto per il Giornale di Vicenza il 23 novembre del 2011.

Napolitano, lo Ius soli e i conti della serva

 "No Taxation without Representation" fu utilizzato nel 1775 dalla Virginia per sancire l'illeggittimità delle tasse nelle situazioni in cui era assente la rappresentanza parlamentare dei cittadini. Era lo slogan dei coloni inglesi in terra americana nei confronti della Corona. Un vecchio e sano principio liberale quindi. Come il principio dello Ius soli, richiamato dal Presidente Napolitano. Ma apriti cielo, i leghisti annunciano barricate, “ è l’anticamera del diritto di voto”, gridano. Eppure….I cittadini stranieri residenti in Italia hanno dichiarato nel 2009 redditi per 40 miliardi di euro, secondo un recente, e interessante, rapporto della Fondazione Leone Moressa. Si tratta in massima parte di redditi da lavoro dipendente e pertanto soggetti agli oneri fiscali di tutti gli altri lavoratori. 6 miliardi di versamenti Irpef sono venuti da questi “redditi stranieri” (ecco la Taxation), senza contare gli altri oneri sociali, come i contributi Inps. Come noto questi stessi cittadini non hanno nessun diritto di “Representation”.
Veniamo ora al riconoscimento della cittadinanza ai giovani stranieri nati e cresciuti in Italia. Essendo il nostro un paese dove i sani principi civili faticano ad affermarsi, vediamo la questione dal lato economico. Secondo
l’OCSE, assicurare i 13 anni di formazione scolastica (elementari, medie, superiori) costa allo Stato italiano poco più di 74.000 euro ad alunno. Un investimento che la comunità civile destina per far crescere e istruire i propri figli, prepararli alla vita adulta, al lavoro, a diventare cittadini. Già, la scuola deve formare i cittadini di domani. Si dice così a ogni occasione e allora perché mai investire più di 3 miliardi di euro per l’istruzione del mezzo milioni di bambini di famiglie straniere presenti nelle scuole italiane? Anche il solo conto economico dovrebbe portare al riconoscimento della cittadinanza ai figli di stranieri nati sul suolo italico e cresciuti nelle aule della Repubblica. Dopo averli istruiti, formati, preparati ad diventare i cittadini del domani come i figli delle famiglie italiane perché non farli cittadini a tutti gli effetti? Un paese che ha paura dei cittadini di domani è un paese senza futuro. Se non convincono i “pomposi” principi del pensiero liberale almeno si considerino i “meschini” numeri della spesa pubblica, i più pragmatici conti della serva, senza altri pregiudizi.

1 commento:

  1. Si sa che un ape, fa più paura di un elefante. La paura espressa da un noto politico di destra, è quella che tutti i clandestini, possibili ed immaginabili, donne incinte all'ottavo e mazzo mese, arrivino qui da noi per far nascere i loro figli qui da Noi , cosi da poter avere la cittadinanza Italiana e di conseguenza, (i genitori ), farsi mantenere a sbaffo dello Stato Italiano.In teoria questo è possibille, tutto può essere anche possibile. Ma secondo me, certi conti devono essere fatti ...con carta,penna e calamaio.. (come dicevano , una volta ... i nostri vecchi saggi). In fin dei conti, un Impero vero ,noi Italiani, lo abbiamo avuto 2000 anni fa, ai tempi di Roma antica.. Ma la nostra Repubblica e abbastanza giovine...Certi problemi di integrazione li hanno avuti prima di noi altre nazioni ...Inghilterra... Francia... Usa... e da loro può essere anche normale che un loro.. cittadino ..possa diventare Presidente anche se ha la pelle.. abbronzata.

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