sabato 15 giugno 2013

NUCLEARE: A DUE ANNI DAL REFERENDUM

Sono passati due dal referendum sul nucleare. Nel frattempo il mercato energetico è profondamente
cambiato. La domanda elettrica, complice la crisi economica, è calata del 18% rispetto al 2008 e  la potenza termoelettrica in forte eccesso (80 GW contro una potenza di punta di 56 GW). Le rinnovabili coprono  il 32% dei consumi elettrici e il 36% della produzione nazionale. Scenario ben diverso da quello dell'allora ministro Scajola, che parlava di 25% di elettricità nucleare e di 25% di rinnovabili al 2030, una data in cui l’elettricità verde si avvicinerà al 50%.L'Unione Europea spinge fortemente sull'efficienza energetica, cui sarà destinato almeno il 20% dei fondi per lo sviluppo regionale della prossima programmazione. Il governo Monti ha adottato il nuovo piano energetico nazionale poco prima di concludere la sua corsa, timido negli obiettivi e conservativo nelle strategie, e ora tocca alle regioni. Veneto come sempre in gran ritardo. La CO2 in atmosfera non smette però di crescere e ha raggiunto livelli massimi mai registrati. La transizione energetica rimane quindi una delle sfide più importanti di questo secolo. Qualche segnale positivo è arrivato dal nuovo governo Letta, con la proroga del bonus sull'efficentamento energetico e il suo inalzamento al 65%. Rimane ancora in gran parte da esplorare il settore delle smart grid e dei sistemi di accumulo, che potrebbero davvero segnare la discontinuità tra un sistema di produzione centralizzato e un sistema decentrato.
Interessante capire cosa sta succedendo in Germania, attraverso le parole di Karl-Ludwig Schibel, direttore dell'Agenzia Energetica Tedesca (Dena).

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