venerdì 28 giugno 2013

SE LE SCHEDE OSPEDALIERE PARLANO CHIARO QUELLE TERRITORIALI NO

E' iniziata ieri in commissione sanità la discussione sulle schede di dotazione ospedaliera e territoriale attese
da oltre un anno. Coerentemente con le indicazioni del nuovo piano sociosanitario che aveva fissato in 3 posti letto per mille abitanti lo standard per gli ospedali si registrano 1.227 posti letto in meno in Veneto. A conferma che la provicnia di Vicenza era già stata oggetto di riduzione, oggi è l'unica che registra un + 11 posti letto in programmazione negli ospedali. Le schede sono molto chiare per quanto riguarda l'organizzazione ospedaliera, riportando con dettaglio servizi, primariati, posti letto, forme dipartimentali, dotazione della rete di urgenza/emergenza. Non altrettanto si può dire delle schede territoriali. Se veramente si intende spostare il baricentro dall'ospedale al territorio ci saremmo aspettati che altrettando dettagliate fossero le dotazioni dei servizi territoriali. A parte l'indicazione dei posti letto di strutture intermedie (ospedale di comunità, hospice...) da attivare, rimane del tutto indefinito il modello organizzativo delle reti assistenziali, non sono specificati gli obiettivi di copertura delle forme di assistenza domiciliare integrata. L'attivazione delle medicine di gruppo integrate, le forme di collaborazione tra i medici di famglie, è stato trattato con accordo separato, come se fosse cose diversa dalla programmazione sociosanitaria. Nella prima seduta di ieri è rimasta senza risposta la domanda sulle risorse necessarie ad attivare i 1.263 posti di strutture intermedie in Veneto, e sulla loro reale disponibilità. E lo stesso dicasi per l'attivazione della rete dell'assistenza primaria (le medicine di gruppo di cui sopra). Senza una chiara definizione delle dotazioni territoriali c'è poco da sbandierare che in Veneto avremo meno osti letto ma più assistenza. Se il sistema sociosaniatrio veneto vuol camminare su due gambe, ospedale e territorio, anche la seconda deve avere tutto ciò che gli serve. Dalla prossima settimana audizioni, vedremo cosa ne pensano i sindaci, gli operatori professionali, le associazioni.

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