mercoledì 24 luglio 2013

TAGLI AI TRENI REGIONALI: REGIONE NON PERDA L'OCCASIONE, VICENZA COME INTERSCAMBIO

Il progetto della Regione Veneto riguardo l’organizzazione dei treni regionali viene presentato dall’Assessore Chisso come un cambiamento epocale di approccio al trasporto ferroviario per i pendolari. Ma la verità è che una finta rivoluzione maschera una serie di proposte insufficienti con il rischio concreto di un drammatico passo indietro. Lancio un appello e mi rivolgo perciò alle istituzioni regionali perché non perdano questa occasione: Vicenza può e deve diventare un nodo di collegamento tra l’asse principale Milano-Venezia e i centri della provincia. È una sfida da raccogliere, certo che per farlo servono investimenti, che al momento sembrano lontani.
Ogni pendolare si rende quotidianamente conto di una realtà basilare che la Regione Veneto pare aver dimenticato. Senza investimenti, il trasporto ferroviario non può funzionare. Anche l’enfasi dell’Assessore sull’orario cadenzato è un abbaglio. In Europa l’orario cadenzato è un sistema frequente e puntuale di coincidenze. Da noi è una scommessa, una corsa a ostacoli, con un numero di corse ridotto, treni in ritardo e connessioni con i nodi decentrati della rete sempre più impegnative per i viaggiatori.
Dovrebbe riflettere anche il Presidente Luca Zaia. La Lega Nord si riempie la bocca con le chiacchiere sulla “macroregione del Nord”, ma oltre a sospendere i collegamenti diretti Venezia-Milano, pare che la Lombardia stia valutando di rendere Desenzano capolinea della tratta, creando un vuoto che diventerebbe pressoché incolmabile. Per migliorare il servizio reso ai pendolari non c’è alternativa ad una scelta politica generale. Servono più risorse per il trasporto ferroviario. Il Veneto è già, come evidenziato da anni nel rapporto Pendolaria, il fanalino di coda per investimenti su questo fronte. Con Zaia e Chisso, anziché migliorare, il ritardo sembra aggravarsi ancora di più.

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