lunedì 29 luglio 2013

THE WALL. DAL ROCK AL MELODRAMMA, CONTEMPORANEO

The Wall, il disco doppio poi film e quindi live-performance, firmato Pink Floyd/Roger Waters suona e risuona dal lontano 1979. In questi giorni Waters lo ha ri-proposto in due date in Italia. La prima lo scorso venerdì a Padova allo stadio Euganeo davanti a più di quarantamila spettatori. Nato da uno sputo, dicono le cronache sempre un pò leggendarie del rock. Quello che Waters indirizzò a un fan nelle prime file di un concerto in Canada nel 1977. The Wall 1977 era il muro enorme che separava ormai la rosckstar dal suo pubblico e il viaggio di Waters dentro i suoi traumi e le sue ossessioni. Prima fra tutte la morte del padre aviatore e di qui l'aereoplano che corre in picchiata sul palco all'inizio del concerto. Poi arrivò il film, presentato al festival di Cannes nel 1982. The Wall 1982 è la creazione visionaria della coppia Waters/Scarfe, quest'ultimo autore delle sorprendenti animazioni. Con la regia di Alan Parker (il regista di Saranno famosi, Birdy, le ali della libertà, The Commitments.......) e il volto di Bob Geldof chiamato a incarnare  le vicende di Pink/Waters sul grande schermo. Poi crolla il muro, quello vero in ferrocemento di Berlino. Crolla nel cuore dell'Europa divisa e The Wall diventa l'emblema della musica contro ogni divisione, da dramma personale l'opera-rock si fa racconto collettivo. The Wall 1990 è il concerto sulle macerie del muro in una Berlino sconvolta e felice. Ed eccoci a The Wall 2013 (nato in realtà nel 2010), ultima fatica di Waters, dove il muro è un grande schermo multimediale, enorme superficie di rappresentazione teatrale e musicale, 150 metri di realtà virtuale ad alta definizione. Una enorme scenografia, come nel melodramma stile Arena di Verona e una sceneggiatura, una storia con inizio e fine,  come nel teatro d'opera che si rispetti. L'orchestra che scompare, la band, e per gran parte del concerto non si vede. Lo stesso Waters che recita e si traveste con l'impermeabile nero. E potrebbe pure non esserci tanto minuscolo appare a fronte della smisurata rappresentazione, come pure non ci sono gli altri Pink Floyd. The Wall 2013 è lo schermo dove si rispecchia la violenza dei nostri giorni, la memoria dell'ultima guerra, la seduzione del lusso, il bombardamento della globalizzazione, il tutto a dimensioni "planetarie". Il sound è quello dei Pink Floyd, sempre a debita distanza dal pop e molto vicino al sinfonismo, ma il tutto è ormai oltre la classica forma-concerto. E' come andare all'opera, è puro melodramma, raffinato e dannatamente popolare.

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