martedì 15 marzo 2011

RINNOVABILI: RIPENSARE LE NORME DEL GOVERNO E GUARDARE AL MODELLO TEDESCO

Sulle energie rinnovabili un modello c’è ed è quello tedesco. Le norme del Decreto Romani devono essere ripensate. Ci sono due ragioni da tenere in equilibrio e il decreto Romani non lo fa.
È giusto contrastare la speculazione sul fotovoltaico, soprattutto arrestando le forme improprie di consumo del territorio, ma è altrettanto indispensabile tutelare il futuro di un settore, quello delle rinnovabili, decisivo per almeno tre buone ragioni:
1. la prima è che, in tempi di riflessione sui rischi e sui costi del nucleare, è giusto seguire la tendenza europea ad investire sulle rinnovabili;
2. la seconda è che questo settore, in Italia e in Veneto, è un comparto importante in termini di know how e volumi occupazionali;
3. il terzo è che lo strumento degli incentivi può essere rimodulato, ma senza usare colpi d’accetta che gettano nell’incertezza gli operatori.
La Regione Veneto si è impegnata ad approvare entro la fine del 2011 un Piano per le energie rinnovabili. È un’occasione unica, per il Veneto, di impostare una strategia di lungo termine, al di là delle discussioni sull’immediato. E poi c’è un quadro europeo a cui guardare per trarre una lezione. La Germania, che, pur con le cautele degli ultimi giorni, ha comunque espresso la volontà di prolungare il ricorso al nucleare, ipotizza comunque di arrivare nel 2020, cioè tra soli nove anni, al 47% del proprio fabbisogno garantito da fonti rinnovabili. Perché il tema delle rinnovabili va al di là della disputa nuclearisti contro antinuclearisti.
Io considero il nucleare una scelta sbagliata e costosa, ma nemmeno chi è favorevole al nucleare può accettare il ritardo italiano sul fronte delle rinnovabili.

1 commento:

  1. “la posizione del governo Italiano sul piano del nucleare rimane quella che è… non si può cambiare idea ogni minuto”.
    Oltre che scansare di petto tutte le notizie che arrivano dal Giappone, per quanto allarmanti che siano, si tratta di indisponibilità a “mettersi in discussione”. E mettersi in discussione è un atteggiamento sempre e comunque intelligente; come che il “non mettersi in discussione” in modo così assoluto denota veramente scarso interesse del bene pubblico, ciò che un governante dovrebbe avere al primo posto. Attenzione!
    Monica Concato

    RispondiElimina