In fatto di energia l’UE è proiettata già al 2050 mentre l’Italia è ancora in ritardo rispetto agli obiettivi al 2020 del “burden sharing”, Europa “20-20-20”. Il Veneto ha davanti a sé un obiettivo impegnativo: aumentare i consumi energetici complessivi da fonti rinnovabili del 195% al 2020 rispetto all’anno di riferimento (2012) secondo i dati del ministero dello Sviluppo Economico.
Se l’UE si dà l’ambizioso obiettivo di ridurre le proprie emissioni di CO2 dell’80% entro il 2050, dobbiamo riconoscere che siamo ancora lontani dal centrare l’obiettivo del 20 % in materia di efficienza energetica fissato per il 2020. E questo è accaduto anche perché i responsabili delle decisioni europee non hanno ascoltato solo in parte i ripetuti inviti a fornire più sostegno al settore delle energie rinnovabili. Bisogna cominciare a cambiare prospettiva. Il significato stesso di Burden Sharing, condivisione dello sforzo, deve diventare la regola per i paesi membri e all’interno degli stessi tra le diverse articolazioni dello Stato. La nostra regione deve e può giocare una parte impegnativa. Il piano energetico regionale sarà lo strumento per raggiungere un obiettivo sociale importante, ma potrebbe anche aiutare, se strutturato nel giusto modo, a stimolare una ripresa economica che arranca.
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