venerdì 30 dicembre 2011

CAMBIARE LEGGE URBANISTICA PER SALVAGUARDARE IL TERRITORIO

La Legge urbanistica si può cambiare, ma dobbiamo mettere dei paletti sulle conquiste che ha segnato in materia di tutela del territorio. Questo penso relativamente alla proposta avanzata dai consigliere regionali del PDL Dario Bond e Piergiorgio Cortellazzo per una revisione totale della legislazione urbanistica vigente.

Non avrebbe senso buttare via il bambino con l’acqua sporca e non è certo la cosa migliore da fare. Ci sono ampi margini di revisione nella legge 11/2004. Pensiamo solamente alla competenza delle province che dovrà essere riassegnata dalle regioni in materia urbanistica. Il fulcro del problema sta però altrove. La legislazione attuale offre già dei compensativi per agevolare la progettazione nei comuni più piccoli, basti pensare ai piani di assetto del territorio intercomunali (PATI). Piuttosto ci sono nella legge urbanistica alcuni punti fermi che vanno salvaguardati. La pianificazione urbanistica è uno strumento essenziale su due fronti importanti della gestione del territorio. Da una parte la limitazione dello spreco di superficie agricola coltivabile, ottimizzando così il consumo di territorio. Dall’altra la prevenzione del rischio idraulico attraverso un’indagine approfondita della natura del suolo e dei singoli territori. Si tratta di conquiste importanti, che vanno nel verso di una visione più moderna del territorio, come complesso inscindibile di porzioni diverse. Solo mantenendo ferma questa visione possiamo sperare che non si ripetano gli errori commessi in passato, che nascevano da una visione del territorio come spazi da riempire secondo il bisogno locale.


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