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Ieri in commissione ambiente si è discusso del piano di riorganizzazione di Arpav che, pur essendo apprezzabili le intenzioni del nuovo direttore, non garantisce la qualità dei servizi dell’agenzia e dunque non è sufficiente per tutelare pienamente l’ambiente del territorio veneto.
Il no espresso dal gruppo del Pd è motivato dal fatto che il provvedimento prioritario dal quale ripartire è quello di assicurare le risorse per funzionamento, ovvero 62 milioni di euro, molti di più rispetto ai 49 messi attualmente a disposizione da parte della Giunta. Contemporaneamente, l’altro fronte da aggredire è quello del debito di Arpav, cosa che va fatta con l’adozione di una misura straordinaria decisa in sede di consiglio regionale. Il rischio altrimenti è che per sanare i buchi di bilancio con le ordinarie risorse si vada ad inficiare il buon funzionamento di pezzi importanti della struttura. Questo è il rischio che attualmente corre Vicenza: il piano presentato oggi in commissione non garantisce un futuro certo al laboratorio analisi acque, che rappresenta un servizio prezioso per il cittadino e la sua sicurezza.
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