giovedì 19 gennaio 2012

FERROVIA VALSUGANA: IL VENETO ANTICIPI PROGETTO DI METROPOLITANA DI SUPERFICIE

Nella giornata di ieri Trenitalia e Provincia autonoma di Trento hanno siglato un'accordo per la cessione a Trentino Trasporti della tratta ferroviaria Bassano-Trento lungo la Valsugana. Quanto successo con la ferrovia della Valsugana è normale logica di investimento. Il Veneto non ci crede, il Trentino evidentemente sì.
Il progetto SFMR (servizio ferroviario metropolitano regionale) è impantanato da anni nelle ristrettezze di un bilancio regionale veneto che ha rinunciato ad avere uno sguardo lungo. La decisione di Trento è il segno che la mobilità nel terzo millennio deve funzionare integrando i diversi livelli, la gomma con le rotaie. Ha ragione l’assessore Pacher quando dice che sono decenni che si discute del potenziamento della ferrovia Valsugana. Trento si è assunta il rischio d’impresa facendo un investimento con lo sguardo proiettato verso il futuro di una mobilità diversa, integrata, attenta alle esigenze e alla vocazione dei singoli territori.
Il progetto veneto di SFMR affonda le radici oltre dieci anni fa e prendeva ispirazione dal modello tedesco di ferrovia metropolitana S-Bahn. Sono passati oltre 10 anni e ancora non risultano ultimati i lavori per la prima fase né tantomeno vi sono i servizi ferroviari attivi. I progetti che interessano il vicentino dovranno quindi attendere ancora parecchio.
Il collegamento Bassano-Castelfranco rientra nella terza fase del progetto SFMR, mentre il collegamento con Primolano è rimandato addirittura ad una quarta. Sono tempi inaccettabili per le esigenze di un territorio che deve reagire alla crisi economica con strumenti nuovi. L’intero progetto andrebbe rivisto per attivare da subito le tratte che possono portare ad integrazioni rapide con il trentino. Ma anche quest'anno il bilancio di previsione regionale vede una riduzione degli stanziamenti per l’SFMR del 39.5% mentre alle strade andranno quattro volte i soldi stanziati per la metropolitana regionale. In questo modo il Veneto continua ad andare in direzione opposta all'Europa.

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